AML: per colpire il nemico, attacca il suo alleato

LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA

AML: per colpire il nemico, attacca il suo alleato

E se per fermare l’avanzare della leucemia mieloide acuta (AML) si colpissero, anziché le cellule leucemiche, altre cellule, alleate involontarie del tumore? Se lo sono chiesti i ricercatori della Columbia University guidati da Marta Galán-Díez,…

» E se per fermare l’avanzare della leucemia mieloide acuta (AML) si colpissero, anziché le cellule leucemiche, altre cellule, alleate involontarie del tumore? Se lo sono chiesti i ricercatori della Columbia University guidati da Marta Galán-Díez, dopo aver scoperto che le cellule progenitrici delle ossa (osteoblasti) vengono utilizzate per sostenere le cellule leucemiche. E nel cercare una risposta hanno individuato un nuovo possibile target per contrastare le forme di leucemia più resistenti ai trattamenti.

La leucemia mieloide acuta, infatti, è una leucemia con un alto tasso di recidive e una spiccata resistenza ai farmaci. Il trapianto di cellule staminali è, al momento, lo strumento considerato più efficace per trattare questo tumore del sangue, ma si tratta di una procedura non adatta a tutti i pazienti.

Se le cellule leucemiche riescono ad attaccare l’organismo e restistere ai trattamenti è anche perché si avvalgono dell’aiuto di alcuni alleati, gli osteoblasti appunto, che le cellule leucemiche riescono a “circuire” e far funzionare a loro vantaggio, rilasciando una specifica molecola chiamata chinurenina.

La chinurenina si lega a un recettore della serotonina (HTR1B) sugli osteoblasti, inviando il messaggio agli osteoblasti per aiutare a nutrire le cellule leucemiche, secernendo una proteina di risposta di fase acuta (SAA1). SAA1 stimola, quindi, le cellule leucemiche a produrre più chinurenina e si genera così un circolo vizioso, che porta a una progressione della malattia.

Il team di Galán-Díez è riuscito a spezzare questo circolo vizioso, eliminando geneticamente il recettore presente sugli osteoblasti. In uno studio condotto su un modello animale “umanizzato”, in cui le cavie animali hanno ricevuto cellule staminali umane per ricostruire un sistema immunitario il più simile possibile al nostro, i ricercatori hanno mostrato che topi sottoposti a questo trattamento ottenevano una risposta migliore alle terapie e una più lenta progressione della malattia. Lo stesso meccanismo è stato osservato in modelli animali con sindromi mielodisplastiche (MDS), un tipo di tumore del sangue che spesso progredisce in leucemia mieloide acuta.

Sempre nello stesso studio, gli scienziati hanno osservato che l'induzione del rilascio della chinurenina era più alto anche in pazienti umani sia con AML sia con MDS rispetto a soggetti sani, convalidando il risultato ottenuto nel modello animale.

«Il vantaggio di questo approccio è che non importa quali cellule staminali causano la malattia. Tutti hanno bisogno degli osteoblasti per crescere e, se riusciamo ad impedire a questi due tipi di cellule di comunicare, potremmo essere in grado di fermare la malattia», ha concluso Stavroula Kousteni, ricercatrice principale dello studio.

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Bibliografia e Fonti:

Columbia University – Irving Medical Center. To Stop Blood Cancer, Target the Bone, comunicato stampa del 19 Gennaio 2022.

Galán-Díez M, Borot F, Ali AM, et al. Subversion of Serotonin Receptor Signaling in Osteoblasts by Kynurenine Drives Acute Myeloid Leukemia, Cancer Discovery, 2022; 12 (4): 1106–1127. doi: 10.1158/2159-8290.CD-21-0692.