Come aiutare concretamente? Semplice, basta donare il sangue

LEUCEMIA MIELOIDE ACUTA

Come aiutare concretamente? Semplice, basta donare il sangue

Se ci si chiede quale sia il modo più semplice per aiutare a contrastare leucemie e altri tumori ematologici, la risposta è: andare a donare il sangue.

E se non si può donare il sangue intero, rendersi disponibili al prelievo solo di alcune componenti come plasma e piastrine. Con questo semplice gesto poi si aiuta in realtà chiunque abbia bisogno di sangue, per esempio anche chi si deve sottoporre a un intervento chirurgico o chi ha avuto un incidente e anche chi soffre di alcune patologie croniche come per esempio la Talassemia. Un gesto tanto semplice quanto potente.

Per quanto riguarda i pazienti con neoplasie ematologiche, le trasfusioni possono fare davvero la differenza per superare gli stati più critici della malattia (che spesso comporta delle cosiddette citopenie, ovvero carenze di alcune specifiche cellule del sangue) o per aiutare il corpo a ripristinare la popolazione di cellule sanguigne, soprattutto dopo i trattamenti o dopo un trapianto. Spesso le trasfusioni fanno parte del percorso terapeutico stesso.

La donazione in Italia

In Italia la donazione di sangue è sempre ed esclusivamente volontaria e gratuita. È consentita alle persone con più di 18 anni, peso maggiore di 50 chilogrammi e sane. Si può donare negli oltre 270 centri trasfusionali ospedalieri ma anche nelle sedi e nelle unità mobili delle associazioni (la più famosa a livello nazionale è AVIS che ha 3300 centri nel Paese).

Nel 2021, secondo i dati del Ministero della Salute hanno donato il proprio sangue o componenti dello stesso 1.653.268 persone per un totale di 3 milioni di unità donate, pari a una donazione ogni 10 secondi. È un numero di persone in crescita rispetto al 2020 ma in calo rispetto agli anni precedenti la pandemia di Covid-19 che ha consentito una media di 1800 trasfusioni al giorno per un totale di 657mila all’anno e migliaia di persone al giorno trattate con medicinali plasmaderivati.

Sembrano numeri molto alti ma appunto sono in calo rispetto al periodo pre-Covid-19 e sempre molto inferiori rispetto alla reale necessità. Si ha sempre bisogno di sangue secondo Avis e nel mondo circa ogni 2 secondi qualcuno ha bisogno di sangue.

Come si dona? Cosa si dona? Ogni quanto?

Come detto si può donare il sangue intero o solo alcune componenti come plasma e piastrine. In questo caso ci si sottopone a una donazione per aferesi, ovvero il sangue viene prelevato, vengono separate dal sangue le componenti che si è stabilito di donare (plasma o piastrine) che sono poi conservate in una sacca contenente dell’anticoagulante, mentre il resto viene reinfuso nel donatore. È importante sapere che anche il sangue intero viene poi separato per ottenere le diverse componenti che vengono trasfuse poi singolarmente al paziente che ne ha bisogno.

La donazione di sangue (senza tenere conto del tempo di accettazione, la misura dell’emoglobina e la visita medica pre donazione che dipendono dalla singola struttura e dal numero di donatori al momento) ha diverse durate in caso si doni il sangue intero o le componenti. Nel primo caso si impiegano circa 10 minuti per un prelievo di 450ml di sangue più il necessario per le analisi a cui il sangue viene sottoposto per essere certi che sia sicuro prima di essere trasfuso in un paziente e i cui risultati vengono recapitati gratuitamente al donatore.

Nel caso della plasmaferesi il prelievo dura circa 40-50 minuti e il volume prelevato è di circa 600-700ml. Infine, nel caso della piastrinoaferesi sono necessari circa 90 minuti. Oggi è possibile anche donare più componenti insieme - ma sempre non sangue intero - per esempio globuli rossi e piastrine, plasma e piastrine, globuli rossi e plasma, rispettivamente eritropiastrinoaferesi, plasmapiastrinoaferesi ed eritroplasmaferesi. Anche in questi casi, il sangue viene sempre analizzato per garantirne la sicurezza!

Ci si potrebbe chiedere perché dovrei donare singole componenti invece di sangue intero, visto che oltretutto ci si mette di più? Ci sono diversi motivi, in primo luogo perché non sempre il proprio fisico consente di donare sangue intero, per esempio si può avere una carenza di globuli rossi ma poter donare piastrine. Inoltre, le singole componenti possono essere donate frequentemente.

Le linee guida (ed i regolamenti) oggi prevedono infatti che il numero massimo di donazioni di sangue intero non deve essere superiore a 4 in un anno per gli uomini e le donne non in età fertile e a 2 per le donne in età fertile, con un intervallo tra due donazioni di minimo 90 giorni. Invece si possono donare le piastrine anche fino a 6 volte in un anno. Inoltre, tra una donazione di sangue

intero e l’altra ci si può sottoporre a donazione di emocomponenti, per esempio dopo appena un mese da una donazione di sangue intero si possono donare le piastrine e/o il plasma.

Nella pagina i tipi di donazione Avis fornisce gli schemi dettagliati e tutte le informazioni sul numero di donazioni e l’intervallo necessario tra due donazioni conseguenti.

Possono donare tutti?

Come accennato all’inizio, i donatori devono avere più di 18 anni e un peso maggiore di 50 kg. Tuttavia, ci sono diversi motivi che possono rendere una persona non idonea in maniera temporanea o permanente: per questo sono fondamentali la fase di accettazione (durante la quale si compila un questionario) e la visita medica preliminare (nella quale uno specialista valuta le condizioni del donatore ed esamina le sue risposte al questionario).

Si può essere considerati temporaneamente non idonei in caso di pressione arteriosa bassa al momento della visita o per valori anomali emersi dall’esame preliminare del sangue, per esempio, valori bassi di emoglobina o globuli rossi.

Anche alcune patologie possono escludere dalla donazione per determinati periodi di tempo: è il caso di tubercolosi e toxoplasmosi. Sono poi condizioni di esclusione temporanea anche l’esposizione accidentale al sangue o a strumenti contaminati, essere stati recentemente sottoposti a endoscopia, trapianto di tessuti o cellule, interventi chirurgico di rilievo, agopuntura, piercing, tatuaggi, e infine nel caso di rapporti sessuali occasionali a rischio, viaggi in determinate località, vaccinazioni recenti.

Per quanto riguarda invece l’esclusione permanente, questa è prevista nel caso di malattie autoimmuni, cardiovascolari, malattie del sistema nervoso centrale, sieropositività all’HIV, alcune malattie infettive quali epatiti B e C, tumori, diabete insulino-dipendente. Anche la dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti rende non idonei alla donazione.

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Bibliografia e Fonti:

AVIS (Ultimo accesso 3 Ottobre 2022).

Ministero della Salute (Ultimo accesso 3 Ottobre 2022).

Centro nazionale sangue (Ultimo accesso 3 Ottobre 2022).