La psoriasi non fa distinzione di sesso, tuttavia nelle donne questa patologia può avere un impatto fisico e psicologico del tutto particolare. Molte donne si domandano se la malattia possa influire sulla loro gravidanza e sulla salute riproduttiva, molte altre invece temono che questa possa incidere sul loro aspetto fisico e sulla relazione di coppia. Diversi studi del resto dimostrano che le donne psoriasiche hanno aspettative maggiori nei confronti delle terapie rispetto agli uomini: si attendono infatti che queste consentano loro di tornare a essere attive così da non creare troppe ripercussioni sulla famiglia.
Manifestandosi sulla pelle, la psoriasi ha sicuramente ricadute psicologiche forti nel genere femminile: dati mostrano che le donne vivono in maniera maggiore lo stigma sociale della malattia e che spesso lo somatizzano più che i maschi, con un elevato rischio di stress, ansia e depressione e un impatto importante sul loro senso di soddisfazione generale. Questo è particolarmente vero per le giovanissime, che sono quindi a maggior rischio di solitudine e isolamento. Da un lato infatti le lesioni sulla pelle possono suscitare, in chi non le sa riconoscere, paura del contagio – in realtà impossibile. Questo vale soprattutto quando queste colpiscono aree visibili del corpo, come viso, mani oppure, ancora peggio, i genitali. In questo ultimo caso in particolare la psoriasi può avere ricadute sulla vita intima e sessuale, e dunque anche sulla coppia: secondo uno studio americano dalla National Psoriasis Foundation, infatti, in un terzo dei pazienti affetti da psoriasi l’attività sessuale è penalizzata. Se ciò vale per entrambi i sessi, nelle donne la psoriasi genitale e in particolare quella vulvare può causare reale imbarazzo, dolore e fastidio durante i rapporti e, a lungo andare, un calo del desiderio.
Tutte le donne affette da psoriasi devono però oggi essere coscienti del fatto che grazie ai progressi terapeutici questi problemi possono essere superati così che l’impatto sulla qualità di vita, di relazione e sulla sessualità può essere molto contenuto. Un rapporto con il proprio dermatologo impostato sulla trasparenza e sul dialogo può realmente cambiare in meglio la vita delle donne affette da psoriasi. Occorre però consapevolezza e attenzione al proprio corpo. Nelle donne infatti l’andamento della patologia può variare in funzione della fase ormonale: studi hanno mostrato come l’assunzione di contraccettivi orali con alte dosi di estrogeni sia associata a un miglioramento della psoriasi mentre come si registri un peggioramento nei giorni precedenti il ciclo mestruale, durante la menopausa e subito dopo il parto. Questo deve spingerle a non vergognarsi a parlare di questi temi al dermatologo ed eventualmente a cercare un consulto multidisciplinare con il ginecologo.
Un’ultima precisazione sulla gravidanza. È importante sapere infatti che non esistono specifiche controindicazioni alla scelta di diventare madre. Ciò nonostante le donne affette da psoriasi che pensano a un progetto di maternità devono valutare attentamente la propria condizione dermatologica insieme allo specialista così da individuare il momento migliore per pianificare la gravidanza. Solo così si possono ridurre pressoché a zero i già contenuti rischi, sia per sé che per il nascituro. Anche in questo caso un buon rapporto medico-paziente risulta fondamentale.