È vero che chi ha la psoriasi dovrebbe evitare di tatuarsi?

NEWS - 16 Giugno 2021

È vero che chi ha la psoriasi dovrebbe evitare di tatuarsi?

Tendenzialmente sì. Non esistono dati particolarmente dettagliati sulle correlazioni tra psoriasi e tatuaggi, tuttavia al momento i dermatologi sono propensi a sconsigliare questa pratica nei pazienti affetti dalla patologia. È infatti certo che il 25 per cento di chi soffre di psoriasi mostra un peggioramento proprio dopo l’esecuzione di un tatuaggio. Ciò dipenderebbe dal cosiddetto fenomeno di Koebner, o isomorfismo reattivo: quando la pelle di un paziente subisce un’aggressione esterna come una scottatura solare, una ferita, un’irritazione chimica o appunto un tatuaggio, nell’area colpita si può sviluppare una reazione infiammatoria che porta alla comparsa di una nuova lesione. Nel caso dei tatuaggi questa può addirittura ricalcare esattamente il disegno.

Reazioni avverse? Non prevedibili

Questo fenomeno, tanto più probabile quanto più la psoriasi è instabile e scarsamente controllata dalle terapie, è però imprevedibile: può avvenire dopo poco tempo dal tatuaggio oppure a distanza di diverse settimane. Non solo: è imprevedibile anche l’esito. L’evento traumatico porta infatti al rilascio da parte della pelle danneggiata di sostanze che attivano le cellule del sistema immunitario scatenando una reazione infiammatoria. Questa dà luogo alla nuove lesioni, la cui entità e le cui dimensioni non possono però essere previste. La grandezza del tatuaggio non è infatti proporzionale al rischio di sviluppare nuove lesioni. Inoltre il tatuaggio può in alcuni casi dar luogo a lesioni anche in aree del corpo dove la patologia non si era mai manifestata prima.

Cosa causa le lesioni psoriasiche

Non solo: sono documentati casi in cui un tatuaggio è stato in grado di attivare una psoriasi ancora latente, con la formazione di lesioni in soggetti fino a quel momento totalmente privi di placche sulla pelle. Si tratta ovviamente di persone geneticamente predisposte nelle quali il tatuaggio, e l’infiammazione derivante dal trauma cutaneo, slatentizzano la patologia. È infatti noto che la psoriasi è una condizione multifattoriale, alla cui origine concorrono una componente genetica insieme a eventi esterni quali appunto traumi, eventi psichicamente stressanti e persino l’impiego di certi farmaci.

Se proprio vogliamo farci un tatuaggio...

Che fare quindi? Se il paziente desidera comunque farsi un tatuaggio, certamente ne dovrebbe parlare con il proprio dermatologo che ne valuterà la condizione cutanea e altri fattori. In alcuni casi il medico potrebbe sconsigliare tassativamente il tatuaggio, ad esempio nel caso il soggetto sia già andato incontro nel corso della vita al fenomeno di Koebner. In ogni caso occorre rivolgersi sempre e solo a tatuatori professionisti che sappiano garantire le corrette norme igieniche: un’infezione della cute è pericolosa per tutti, ma a maggior ragione per uno psoriasico. Una possibilità per valutare la reazione cutanea è quella di fare un primo, piccolo tatuaggio: solo dopo qualche tempo, in assenza di particolari manifestazioni, si può provare a proseguire. Ovviamente occorre sempre evitare di tatuarsi in zone in cui siano già presenti lesioni.

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Fonti

  1. Arias-Santiago S et al, “The Koebner phenomenon: psoriasis in tattoos”. CMAJ. 2013 Apr 16;185(7):585. doi: 10.1503/cmaj.111299. Epub 2012 Sep 24. PMID: 23008490; PMCID: PMC3626811.
  2. Costanzo A, Psoriasi, tatuaggi sì o no?, https://www.humanitasalute.it/...
  3. Kluger N et al, “Tattooing and psoriasis: a case series and review of the literature”. Int J Dermatol. 2017 Aug;56(8):822-827. doi: 10.1111/ijd.13646. Epub 2017 May 11. PMID: 28497495.
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  5. “Psoriasi: chi ne soffre è meglio che escluda i tatuaggi”, Fondazione Veronesi Magazine, https://www.fondazioneveronesi...
  6. Tatuaggi e psoriasi: quale legame?, Istituto Clinico Humanitas, https://www.humanitas.it/news/...