Sonno e tumore, una relazione difficile

MIELOMA MULTIPLO

Sonno e tumore, una relazione difficile

Il sonno è fondamentale per la nostra salute: la sua mancanza o scarsa qualità possono avere effetti sulla salute cardiovascolare e sul nostro sistema immunitario.

» Il sonno è fondamentale per la nostra salute: la sua mancanza o scarsa qualità possono avere effetti sulla salute cardiovascolare e sul nostro sistema immunitario.



Riposare bene e abbastanza è, quindi, particolarmente importante per i pazienti colpiti da un tumore, eppure circa un paziente oncologico su due soffre di disturbi del sonno, in particolar modo insonnia e alterazioni del ritmo sonno/veglia. Questi disturbi possono essere influenzati da diversi fattori. Conoscere questi disturbi, capirli, individuare i fattori che possono entrare in gioco è fondamentale per riconquistare il riposo e prendersi cura di sé.

Insonnia

L’insonnia si può presentare in diverse forme, difficoltà ad addormentarsi, continuo svegliarsi durante la notte o svegliarsi molto presto al mattino e non riuscire più a riaddormentarsi. I pazienti oncologici possono presentare almeno uno di questi problemi, anche se non a tutti viene poi fatta una diagnosi di insonnia. Secondo l’International Classification of Sleep Disorders (ICSD-3) infatti, ci sono alcuni criteri precisi per poter diagnosticare l’insonnia: difficoltà a dormire caratterizzata da almeno 30 minuti o più per addormentarsi, o più di 30 minuti complessivi di risvegli notturni, con un rapporto tra il tempo di sonno totale e il tempo trascorso a letto inferiore all'85%. Il disturbo del sonno deve verificarsi per almeno 3 notti a settimana e causare un significativo deterioramento del funzionamento diurno o un marcato stress. Molti pazienti potrebbero non soddisfare questi criteri specifici, ma soffrire ugualmente dei sintomi dell'insonnia, influenzando negativamente la loro qualità di vita. Pertanto anche quanti non ricevono una diagnosi di insonnia devono agire prontamente per ristabilire un adeguato ciclo del sonno.

Disturbi del ritmo circadiano sonno/veglia

Chi soffre di un alterato ritmo sonno/veglia presenta dei problemi a dormire e restare sveglio secondo gli orari che corrispondono ritmo circadiano: hanno un cosiddetto orologio biologico sfalsato rispetto al ritmo luce/buio terrestre. Certo non tutti hanno lo stesso ritmo, vi sono persone più nottambule e altre più mattiniere, ma non a tutte queste viene diagnosticato un disturbo del sonno. Questi diversi ritmi individuali diventano un disturbo quando impediscono di svegliarsi al mattino se necessario, se impediscono poi quando si desidera di avere un ritmo regolare (andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora) e abituarsi a un nuovo ritmo dopo un iniziale periodo di aggiustamento di qualche giorno, quando ci si addormenta in momenti inappropriati.

Fattori che influenzano il sonno

Ci sono diversi fattori che possono contribuire all’insorgenza di questi disturbi, eccone alcuni:

Preoccupazioni e ansia sono tra i fattori di stress principali che possono influire sul sonno: dalla paura per la propria salute e il proprio futuro a quella per il futuro delle persone care di cui siamo responsabili, lo stato di incertezza, le preoccupazioni connesse a conciliare la malattia e il suo trattamento con aspetti della vita quotidiana come il lavoro, il ménage familiare, le relazioni personali.

Questi sintomi vengono spesso riportati dai pazienti oncologici e quando si presentano in maniera troppo intensa e frequente, tanto da rendere impossibili le attività quotidiane quanto il riposo è bene agire subito. Bisogna, dunque, rivolgersi al proprio medico e al proprio oncologo/ematologo per avere consigli e suggerimenti su come combattere questi sintomi e fare in modo che non interferiscano con il riposo.

Il dolore, soprattutto per alcuni pazienti come quelli colpiti da mieloma multiplo è un fattore estremamente debilitante, una presenza che oltre ad avere un impatto sul sonno può avere importanti ricadute sul benessere mentale del paziente e che deve essere contrastata con diverse forme di trattamento. Il medico saprà suggerire, se necessario, un trattamento farmacologico quanto altre contromisure come, per esempio, fisioterapia, yoga e stretching, massaggi, agopuntura.

Stanchezza, affaticamento, mancato riposo notturno possono provocare una forte sonnolenza durante il giorno. Se un sonnellino può essere rinfrancante e consigliabile, lasciare che il paziente dorma troppo durante il giorno può contribuire a scardinare il suo regolare ritmo sonno/veglia. Il sonnellino poi, oltre ad essere di durata limitata, non andrebbe fatto nel letto in cui si dorme. Anzi, in generale, durante il giorno andrebbe ridotto il più possibile il tempo trascorso a letto e in camera da letto.

Cosa fare? Valutazione del disturbo

Questi disturbi non devono essere sottovalutati, perché da problema temporaneo si potrebbero trasformare in condizione cronica in grado di ridurre ulteriormente la qualità di vita del paziente. È importante dunque rivolgersi prontamente al proprio medico e allo specialista oncologo/ematologo e riportare questo tipo di disturbi: loro potranno valutare la situazione ed eventualmente richiedere l’aiuto di uno specialista. Vi sono, infatti, strumenti e percorsi terapeutici che si possono intraprendere per superare questi disturbi e tornare a riposare.

Il primo passo da intraprendere sarà quello di sottoporsi a una valutazione del disturbo: lo specialista fa un’anamnesi al paziente per valutare quantità e qualità del sonno sia attraverso strumenti e questionari appositamente sviluppati, che prendano in considerazione anche i possibili fattori di impatto di cui abbiamo parlato prima, le abitudini del paziente, i sintomi riportati, la frequenza e intensità dei disturbi, sia attraverso un esame polisonnografico in grado di registrare onde cerebrali, frequenza respiratoria e cardiaca e altri valori. Ai pazienti potrebbe essere chiesto anche di tenere per un certo periodo un “diario del sonno”.

Cosa fare? Soluzioni non farmacologiche

Una volta che il disturbo del sonno è stato diagnosticato, oppure anche solo riscontrato (come abbiamo detto, i criteri per una diagnosi ufficiale sono molto specifici, questo non significa che un paziente che non li riporta tutti in quella maniera non soffra a causa della mancanza di sonno), è il medico, possibilmente uno specialista in collaborazione con l’oncologo/ematologo a poter indicare la via più adeguata per affrontarlo. Se opportuno indicherà una terapia farmacologica, tuttavia potrebbe invitare il paziente a prendere in considerazione anche altre possibilità che coinvolgono una sfera più comportamentale.

Come spiega il sito della Mayo Clinic, la Terapia Cognitivo Comportamentale per l’Insonnia è spesso raccomandata come trattamento di prima linea. Si tratta di un programma strutturato che aiuta il paziente ad identificare comportamenti e pensieri che influiscono negativamente sul sonno e a sostituirli con pensieri e abitudini positive, in modo di andare direttamente alla radice del problema e non trattare solo il sintomo della mancanza di sonno.

Tra le strategie che potrebbero essere consigliate vi è la tecnica di controllo dello stimolo, che fornisce ai pazienti alcune istruzioni pratiche: per esempio abituarsi ad andare a dormire e a svegliarsi sempre alla stessa ora o fare del letto uno spazio esclusivo per il sonno in modo da lasciare il letto, anche la notte, se non si riesce a addormentarsi entro un breve periodo di tempo da quando ci si è coricati. Questo crea un legame mentale tra letto o camera da letto e sonno. Fa parte della terapia comportamentale anche una stretta adesione alle regole dell’igiene del sonno: non bere caffè nel pomeriggio o alla sera, non fumare, non bere troppi alcolici, soprattutto prima di andare a dormire, non trascurare l’attività fisica e via dicendo.

Può essere di aiuto, infine, imparare alcune tecniche di rilassamento per il corpo e per la mente e costruirsi una routine di rilassamento da ripetere ogni sera prima di coricarsi. Ognuno può individuare una tecnica che gli è più utile: meditazione, rilassamento muscolare, impiego di immagini positive o una combinazione di diverse tecniche. Anche in questo caso può essere utile farsi seguire da un esperto, magari consigliato dal proprio specialista del sonno e non affidarsi solo ad app o a passaparola degli amici.

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Bibliografia e Fonti:

National Cancer Institute. Sleep Disorders (PDQ®) - Patient Version (Ultimo accesso 14 Febbraio 2020).

University of Iowa Hospitals & Clinics. Tips for better sleep for cancer patients (Ultimo accesso 06 Maggio 2020).

Canadian Cancer Society. Sleep problems (Ultimo accesso 18 Febbraio 2020).

Cancer.Net. Sleeping Problems: Insomnia (Ultimo accesso 15 Febbraio 2020).

OncoLink. Sleep Problems (Insomnia) in the Cancer Patient, 16 Luglio 2018.

Galbiati A. Linee guida europee per la diagnosi e il trattamento dell’insonnia, 20 Novembre 2019.

Schwab RJ. Circadian Rhythm Sleep Disorders, MDS Manual Consumer Version, Maggio 2019.

Insomnia treatment: Cognitive behavioral therapy instead of sleeping pills, Mayo Clinic, 28 Settembre 2016.