La Leucemia Linfatica Cronica è ereditaria?

Non viene trasmessa, per cui, dai genitori ai figli, ma si può parlare di familiarità, visto che i parenti delle persone affette da CLL o da altri tumori del sangue hanno un rischio di circa 3 volte maggiore di sviluppare la malattia rispetto alla popolazione normale.

Diversi fattori genetici sono, però, coinvolti nella Leucemia Linfatica Cronica e spiegano anche il motivo della sua diversa distribuzione nel mondo, con tasso maggiore nella popolazione di pelle bianca, rispetto a quella di pelle nera o alla popolazione asiatica; in Europa, infatti, è la leucemia più diffusa mentre in Cina, ad esempio, è una malattia quasi assente e non sembrano importanti i fattori ambientali sull’incidenza del fenomeno.

Oltre alla familiarità, che può essere un motivo predisponente, è bene tenere sotto controllo anche la presenza di una linfocitosi monoclonale benigna, cioè un incremento dei linfociti nel sangue, che a lungo termine potrebbe trasformarsi nella forma tumorale maligna della Leucemia Linfatica Cronica. Tenerla monitorata è saggio, come si fa nel caso di un neo sulla pelle, anche se non necessariamente evolve in seguito in una forma maligna.

In Humanitas è presente il primo centro italiano per lo studio della predisposizione genetica alle leucemie acute e croniche, in cui genetisti, ematologi, biologi molecolari ed ematologi lavorano insieme per una gestione a 360° dei pazienti. Il centro studia l’identificazione di una mutazione ereditaria associata a predisposizione leucemica in un paziente affetto, e questo ha un impatto importante nella scelta del donatore per il trapianto di cellule staminali.
In prospettiva lo studio dei meccanismi di trasformazione leucemica delle cellule staminali nei casi familiari è cruciale per lo sviluppo di strategie e programmi di prevenzione ed è fondamentale fare una distinzione tra i pazienti che hanno una predisposizione fin dalla nascita e quelli che sviluppano la malattia da adulti.