LEUCEMIA LINFATICA CRONICA
» Nonostante i grandi progressi fatti in oncologia dalla medicina di precisione e le numerose evidenze di come il sesso di appartenenza rappresenti un fattore di rischio sia per la malattia oncologica sia per la risposta al trattamento, l’approccio di genere per lo studio e il trattamento delle malattie sono rimasti largamente inesplorati nell'ambito dell’oncologia medica. Un gruppo multidisciplinare di esperti - farmacologi, statistici, scienziati di base e oncologi medici di specialità diverse - si è riunito a Losanna, in Svizzera, per confrontarsi sui concetti e i metodi della medicina di genere e le loro implicazioni per la pratica clinica e la ricerca in oncologia. Stiamo parlando del seminario promosso dalla European Society of Medical Oncology (ESMO), dal titolo “La medicina di genere incontra l'oncologia”: cinque sessioni consecutive per fare il punto sulle prove esistenti e guardare alle prospettive future di uno sguardo di genere applicato alla cura e all'assistenza per il cancro.
«C’è bisogno di ulteriori ricerche per comprendere l'impatto del genere in oncologia», ha spiegato, nell’avviare il seminario, la dottoressa Anna Dorothea Wagner del Lausanne University Hospital, co-autore di un recente articolo sull'argomento. «Sono necessari sforzi per includere gli aspetti sessuali nella ricerca biomedica, che abbondano in altri settori, come la medicina cardiovascolare», continua la dottoressa. Anche per l’oncologia è giunto il momento di fare questo passo.
Sono diverse le aree in cui le differenze di genere sono note da diversi anni, ma sono ancora poco esplorate e prese in considerazione. Per parlare di oncologia di genere è necessario concentrarsi sulle differenze nella composizione corporea, l’impatto degli ormoni, il corredo genetico e il metabolismo. Spesso sono riportate differenze di genere nell'efficacia di alcune terapie, meno solo raramente vengano analizzate e riportate sistematicamente quelle correlate alla tossicità. Infatti, e lo conferma anche Wagner nel suo studio, le donne sperimentano una maggiore tossicità con determinati tipi di farmaci, che è probabilmente il risultato di un processo di metabolizzazione di questi farmaci diverso dagli uomini, a causa di fattori che potrebbero dipendere variabilmente da livelli più elevati di grasso corporeo o da differenze nell'attività degli enzimi che metabolizzano i farmaci.
«La tossicità è un problema in sé, anche perché può causare l'interruzione del trattamento da parte dei malati di cancro», ha spiegato Wagner. «Servono ulteriori indagini, poiché le strategie di trattamento specifiche per genere potrebbero essere in grado di migliorare i risultati, in particolare per quanto riguarda le dosi e i tipi di farmaci».
Arrivare a personalizzare in base al genere le dosi e i tipi di farmaci, tenendo conto della tossicità, è una questione delicata e complessa è il caso, ad esempio, della chemioterapia: sappiamo che la tossicità correlata alla chemioterapia è solitamente correlata alla risposta, dunque i tassi di tossicità più bassi osservati negli uomini potrebbero quindi essere interpretati come un segno di sottodosaggio relativo, che può aiutare a spiegare la loro prognosi peggiore in diversi tipi di cancro.
Anche la risposta immunitaria può variare tra uomini e donne, ed è questo un altro tema affrontato dal seminario e centrale nella riflessione sul ruolo del sesso in oncologia. Secondo la meta-analisi di 20 studi clinici randomizzati condotti su più di 11.000 pazienti con tumore avanzato, realizzata da un team dell’Istituto Europeo di Oncologia e pubblicata su Lancet Oncology, il sesso del paziente può avere un impatto sull’efficacia dell’immunoterapia: i risultati mostrano che negli uomini che ricevono immunoterapia c’è un prolungamento della sopravvivenza che è quasi il doppio rispetto alle donne.
Sono note le differenze nel sistema immunitario, legate al sesso, come risultato di interazioni complesse fra i geni, gli ormoni, l’ambiente e la composizione del microbioma. Si ipotizza che le differenze nel sistema immunitario fra donne e uomini possano avere una funzione importante nel corso naturale delle malattie infiammatorie croniche, come il tumore, e nella loro riposta ai farmaci, anche sulla base di come sesso e genere possono influenzare l’intensità della riposta immunitaria in generale. Le donne, ad esempio, hanno una risposta più forte degli uomini, nei confronti di numerosi agenti patogeni, contraggono meno infezioni e di gravità più lieve, oltre ad essere più reattive alle vaccinazioni. Ma circa l’80% dei pazienti con malattia autoimmune è di sesso femminile.
Un altro tema al centro di un’oncologia che tenga conto del genere è quello dello sviluppo di farmaci e dell'arruolamento di pazienti di sesso femminile che si attesa su numeri ancora bassi del 37%, nonostante i recenti sforzi per portare più donne negli studi di fase I e II di fase tradizionalmente dominati dagli uomini.
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Men and women are different: Why medical oncology needs to restate the obvious, European Society for Medical Oncology, comunicato stampa del 28 Agosto 2018.
Özdemir BC, Csajka C, Dotto GP, Wagner AD. Sex Differences in Efficacy and Toxicity of Systemic Treatments: An Undervalued Issue in the Era of Precision Oncology. J Clin Oncol. 2018; 36(26): 2680-2683. doi: 10.1200/JCO.2018.78.3290.
Conforti F, Pala L, Bagnardi V, et al. Cancer immunotherapy efficacy and patients' sex: a systematic review and meta-analysis. Lancet Oncology, 2018; 19(6): 737-746. doi: 10.1016/S1470-2045(18)30261-4.