La gestione della psoriasi durante la pandemia: le criticità

APPROFONDIMENTI - 4 Febbraio 2021

La gestione della psoriasi durante la pandemia: le criticità

Convivere con una patologia cronica come la psoriasi può essere una sfida in tempi normali: non stupisce quindi che nel corso della pandemia da Covid-19 le criticità siano cresciute. Quindi, la gestione della psoriasi durante la pandemia: quali sono le problematiche che molti pazienti hanno dovuto affrontare?

Come è stato sottolineato da diversi medici ed esperti di sanità pubblica, l’emergenza sanitaria ha reso la gestione di questa malattia più complessa, in particolare per chi è affetto da psoriasi moderata-severa: da un lato infatti c’è la difficoltà ad accedere alle visite e dall’altro la complessità di mantenere una corretta aderenza alla terapia prescritta. Per questa ragione in alcuni centri ospedalieri dedicati alla diagnosi e terapia della psoriasi sono state attivate interessanti iniziative per venire incontro alle problematiche: ad esempio all’Università Federico II di Napoli è stato avviato, già a ottobre scorso, un protocollo di telemedicina che ha permesso di dar vita a una rete di ospedali e medici sul territorio impegnati nell’assistenza ai pazienti. Ciò ha ridotto da un lato le procedure burocratiche e dall’altro l’affollamento negli ambulatori.

Le ricadute psicologiche della pandemia

Questa e altre iniziative permesse dalle tecnologie digitali sviluppate in varie aree della Penisola si propongono di non far mancare l’assistenza e le terapie ai pazienti psoriasici che seguono trattamenti a lungo termine. Ma non solo: l’obiettivo è anche quello di prevenire disturbi dell’umore frequentemente connessi alla psoriasi e oggi più che mai diffusi nella popolazione come conseguenza della pandemia e delle restrizioni che ha imposto.

La psoriasi può fisiologicamente essere causa di stress anche in tempi normali, con effetti negativi sul tono dell’umore, sul sonno e sulla qualità di vita: in quanto cronica, può causare disagio legato alla preoccupazione di possibili peggioramenti. Proprio una temuta riduzione dell’assistenza ai pazienti cronici potrebbe quindi suscitare paura: quella di non saper gestire eventuali effetti indesiderati, ad esempio, con ricadute sull’andamento della malattia stessa. Non a caso, secondo uno studio del Dipartimento di dermatologia della stessa università partenopea, questi mesi hanno visto un peggioramento della malattia nel 27 per cento dei pazienti psoriasici intervistati.

    Gestione della psoriasi assistenza, telemedicina e psicoterapia

    È però vero che oggi è possibile limitare l’impatto psicologico della gestione della psoriasi durante la pandemia. Infatti, grazie ad un corretto inquadramento diagnostico e alle terapie disponibili, queste criticità possono essere superate: l’importante è poter contare su centri specializzati, anche solo virtualmente laddove le condizioni del paziente lo consentano.

    Nonostante la pandemia, va detto che sono tanti i centri italiani che hanno consentito e tutt’ora consentono ai pazienti un’assistenza idonea, in presenza o in telemedicina. Certo anche il paziente dovrebbe attivarsi per ridurre lo stress che vive: la consapevolezza della malattia e del periodo storico che stiamo attraversando è un primo passo per trovare le risorse mentali necessarie ad affrontarla.

    Inoltre è da tempo dimostrata l’utilità del supporto psicologico nella gestione della psoriasi: c’è ovviamente la psicoterapia, ma sono utili anche le sedute di rilassamento, di training autogeno o di mindfulness. Tutte strategie sempre importantissime, ma che proprio con la pandemia possono essere determinanti per aiutare i pazienti a voltare pagina.

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      Fonti

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