La diagnosi di psoriasi è generalmente un processo abbastanza semplice. Davanti a una lesione sospetta, il medico di base invia il paziente a un dermatologo a cui è generalmente sufficiente osservare la pelle e la distribuzione delle manifestazioni cutanee sul corpo per porre una diagnosi.
Solo in alcuni casi il dermatologo potrebbe prescrivere una biopsia cutanea su un piccolo campione di pelle per confermare la diagnosi di psoriasi ed escludere la presenza di altre patologie, più o meno gravi.
Fino al 30 per cento dei pazienti soffre anche di artrite psoriasica, una forma di artrite che colpisce chi ha la psoriasi o ha parenti prossimi affetti. Per questo è importante riferire al dermatologo sintomi quali dolori alle articolazioni, senso di rigidità o ingrossamento delle dita delle mani. In questo caso potrebbe essere utile anche la valutazione da parte di un reumatologo.
Per un paziente psoriasico è importante poter essere seguito presso centri specializzati nella diagnosi e nel trattamento della psoriasi, dove cioè i dermatologi sono specificamente preparati su questa patologia. Ovviamente è un diritto del paziente rivolgersi a un altro medico qualora non dovesse essere convinto di una prima diagnosi. Ugualmente il paziente ha tutto il diritto di essere informato sulla patologia e sulle terapie che dovrà eseguire.
Una volta individuato il centro e il medico di riferimento è utile porre a quest'ultimo tutte le domande che il paziente ritenga utili, così da chiarire i dubbi e da superare le paure che inevitabilmente possono sopraggiungere quando si riceve la diagnosi di una malattia cronica come la psoriasi. Eccone alcune:
Esistono diversi modi per valutare la gravità della psoriasi e per monitorarne il decorso nel tempo. Tipicamente i dermatologi impiegano alcune scale di classificazione. Le principali sono: