In alcuni casi la psoriasi può giovare di trattamenti definiti “naturali”. Attenzione, però: quando si usa questo termine si cade spesso nella confusione. Basta fare un giro in rete: sono tantissime le informazioni su cure non farmacologiche spacciate come miracolose. Purtroppo la disinformazione è tanta: il rischio è che i pazienti si convincano dell’efficacia di prodotti senza alcun fondamento scientifico che potrebbero spingere a tardare l’inizio di trattamenti efficaci e supportati da basi scientifiche. Per questo motivo è importante parlare al dermatologo della nostra intenzione di provare questi rimedi: potrà indicarci se e come sono utili ed efficaci nel nostro caso, e come impiegarli magari in affiancamento alle terapie farmacologiche.
La prima e più efficace terapia naturale è rappresentata dal cibo che assumiamo. Da un lato una dieta a basso contenuto calorico è dimostrato migliorare i sintomi nei pazienti psoriasici in sovrappeso: è infatti ormai nota una correlazione tra psoriasi e disordini metabolici, ipertensione, ipercolesterolemia e diabete. Inoltre alcuni nutrienti possono essere particolarmente utili ai pazienti psoriasici e affetti da patologie autoinfiammatorie o autoimmuni. Uno tra tutti è certamente la vitamina D, che studi hanno ormai chiarito essere presente in concentrazioni esigue nei pazienti con queste malattie. Non a caso uno studio del 2011 uscito sullo Science Translational Medicine Journal ha chiarito che la vitamina D ha un ruolo nel contrastare la risposta all’infiammazione della psoriasi grazie al controllo della proliferazione cellulare, che appare invece disordinata nella psoriasi. La quota maggiore di questo nutriente non proviene però dall’alimentazione: è prodotta dall’organismo durante l’esposizione solare. Alle nostre latitudini, non sempre sufficientemente soleggiate, può quindi essere consigliata un’integrazione di vitamina D nelle forme e modalità che sarà il dermatologo a suggerirci.
L’esposizione solare, o fototerapia, è un rimedio naturale utile anche grazie alle radiazioni ultraviolette: sono in particolare gli UvA e gli UvB a ridurre i danni alla pelle agendo sul dna cellulare. Naturalmente l’esposizione solare va eseguita sotto controllo medico e con i dovuti schermi solari. Secondo alcuni studiosi sono utili anche le terapie termali e i fanghi, scegliendo attentamente i luoghi dove praticarle. Una località ideale è il Mar Morto: la salinità dell’acqua e il microclima sembrano essere condizioni favorevoli per gli psoriasici. Anche in questo caso, un consiglio del dermatologo è comunque sempre utile anche in funzione dello stadio di malattia.
Quanto invece ai prodotti naturali, diversi studi hanno chiarito come l’aloe vera mostri proprietà immunomodulanti e antinfiammatorie. Tuttavia non tutte le pomate che la contengono sono utili allo stesso modo: è sempre necessario verificarne la composizione e la concentrazione. Sicuramente creme emollienti a base di aloe vera e altri principi attivi sono un aiuto contro la disidratazione della pelle. Tra questi ricordiamo l’estratto di Mahonia aquifolium, che sembra poter contenere le manifestazioni cutanee come le placche, e quelli di Boswellia serrata, Uncaria tomentosa, Camptotheca acuminata, Hypericum perforatum, zenzero, olio di jojoba, di macadamia, di mandorle dolci e il celebre tea tree oil. Attenzione però: il loro corretto impiego deve esser valutato sempre dal dermatologo caso per caso.