Al momento della diagnosi di artrite psoriasica il paziente è comprensibilmente spaventato e una delle domande che più spesso si pone è se e come questa malattia possa anche condurre alla morte. Va detto che di fronte a una diagnosi occorrerebbe evitare di cercare informazioni in rete su portali che non forniscano informazioni scientificamente fondate: in caso contrario saremo subissati di informazioni inesatte che ci potrebbero spaventare e far credere che di artrite psoriasica si possa morire. A oggi l’artrite psoriasica non è un patologia che, di per sé, può condurre a un esito fatale: le terapie disponibili sono infatti in grado di controllare l’evoluzione e le complicanze, consentendo una buona qualità di vita ed evitando al contempo deformazioni agli arti e disabilità.
Ciò non toglie, però, che un’artrite psoriasica non correttamente trattata non possa portare a complicanze serie. Se non prevenute queste possono sì dar luogo a un peggioramento dello stato generale di salute mettendo a repentaglio la vita nei casi più seri. In particolare nei pazienti che presentano anche o solo manifestazioni cutanee le comorbilità più pericolose, e maggiormente connesse a letalità, sono quelle a carico dell’apparato digerente, del sistema endocrino, le patologie metaboliche e alcune malattie infettive. Questo spiega perché è sempre necessario un approccio multidisciplinare nei pazienti con artrite psoriasica: sia che manifestino anche psoriasi, sia che mostrino un interessamento ad altri organi e tessuti, solo una terapia adeguata è in grado di controllare complicanze che possono mettere a rischio la qualità di vita.
Secondo uno studio pubblicato nel 2017 e condotto dall’Università di Hong Kong, ad esempio, i pazienti con artrite psoriasica sono esposti a un rischio elevato di problemi cardiaci: dall’indagine emerge come il 60 per cento dei pazienti con artrite psoriasica mostri almeno una placca coronarica laddove la percentuale si attesta al 35 per cento nei pazienti sani. Sono in particolare gli uomini oltre i 55 anni affetti da artrite psoriasica da lungo tempo ad avere maggiori probabilità di formazione di placche aterosclerotiche. Ricordiamo però che il controllo puntuale della malattia e delle comorbilità, uno stile di vita corretto e una riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare (e non solo) sono in grado di contenere in modo molto consistente conseguenze gravi.
È pertanto fondamentale che i pazienti con artrite psoriasica prendano consapevolezza, sin dalla diagnosi, della correlazione tra la loro patologia e l’apparato cardiovascolare. Esattamente come accade ai diabetici, che sanno di dover controllare la salute della retina frequentemente colpita dalla malattia, anche chi soffre di artrite psoriasica deve ricordare di effettuare i controlli cardiovascolari prescritti dal medico. Deve inoltre seguire scrupolosamente la terapia necessaria a tenere sotto controllo la patologia e, soprattutto, deve limitare quei fattori che potrebbero incrementare il rischio cardiovascolare: sovrappeso, ipertensione e ipercolesterolemia. Solo con un approccio di questo tipo è possibile ridurre i rischi connessi all’artrite psoriasica ma anche alle altre patologie a essa correlate.