La psoriasi eritrodermica è la forma più grave di psoriasi, ma fortunatamente anche la più rara. Nei pazienti affetti da questa condizione oltre l’80 per cento della superficie della pelle è coinvolta con un eritema generalizzato, che si presenta come un arrossamento intenso e diffuso.
In questa patologia la pelle, oltre a presentarsi arrossata e lucida, va incontro a un processo di esfoliazione.
I sintomi più tipici comprendono anche:
– forte prurito o bruciore;
– dolore;
– gonfiore;
– fissurazioni.
Nella psoriasi eritrodermica è frequente un coinvolgimento delle mucose (quelle della bocca, ad esempio) e degli annessi cutanei come le unghie, che possono danneggiarsi fino a staccarsi, e i capelli, con alopecia.
I sintomi extracutanei possono comprendere:
– malessere generale;
– stanchezza profonda;
– febbre;
– perdita di peso;
– brividi e sensazione di freddo;
– ingrossamento dei linfonodi;
– dolori muscolari e articolari;
– aumento del battito cardiaco.
Si tratta di una condizione potenzialmente molto invalidante: i sintomi influiscono infatti sulle interazioni sociali e quindi sulla stabilità psicologica. Inoltre la particolare gravità influisce pesantemente sul benessere in quanto la patologia pone il paziente in pericolo.
La psoriasi eritrodermica colpisce spesso pazienti che precedentemente avevano sviluppato una psoriasi a placche o una psoriasi pustolosa generalizzata, magari non adeguatamente trattate. In altri casi però può esordire già dall’inizio in questa forma.
Tra i fattori che possono causare la patologia vanno citati:
– presenza di dermatite atopica;
– interruzione brusca di terapie cortisoniche o immunosoppressive;
– uso prolungato di alcuni farmaci come antinfiammatori, litio o betabloccanti;
– reazioni tossicologiche o allergiche;
– traumi psichici importanti;
– infezioni;
– abuso di alcol.
La pericolosità della psoriasi eritrodermica dipende dal fatto che, progredendo, impedisce alla pelle di svolgere la propria funzione di protezione dalle infezioni e di controllo della temperatura corporea. Questo può avere gravi ripercussioni sull’organismo come:
– grave disidratazione e rischio d’insufficienza renale;
– abbassamento di alcuni valori come albumina, ferro e sodio: questo può mettere a rischio di scompensi cardiocircolatori;
– infezioni sistemiche da stafilococco, che possono causare polmoniti.
È chiaro quindi che quando compaiono i sintomi di una psoriasi eritrodermica è fondamentale rivolgersi velocemente al medico, ricordando di mantenere una buona idratazione. Nella maggioranza dei casi la malattia richiede un ricovero ospedaliero, fondamentale quando il paziente è a rischio di disidratazione.
Quanto alle terapie, in genere il medico prescrive una combinazione di farmaci per via orale e locali. Accanto a questi possono essere necessarie terapie di supporto per ripristinare le condizioni di salute generali così come farmaci sintomatici per controllare dolore e prurito e, spesso, anche per migliorare il sonno compromesso dalla malattia. Si sconsiglia invece la fototerapia, utile in altre forme di psoriasi, in quanto solleciterebbe ulteriormente la pelle in questo caso già compromessa.