Ancora oggi attorno alla psoriasi circolano troppe informazioni non corrette. In particolare sono diversi i falsi miti e le fake news che alimentano i pregiudizi, con un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. Ecco qualche esempio.
Si tratta forse del più diffuso e pericoloso pregiudizio che circola su questa malattia. La psoriasi non è contagiosa e le lesioni cutanee che la caratterizzano non possono esserne veicolo di trasmissione, anche in caso di un contatto ravvicinato. Alla base di questa patologia multifattoriale, infatti, c’ è un fenomeno infiammatorio ma non infettivo. Occorre che le persone comprendano bene questo facile concetto. In uno studio dell’Università della Pennsylvania (Usa) pubblicato nel 2018 era emerso ad esempio come più del 54 per cento dei 385 soggetti intervistati dichiarasse di non voler concedere un appuntamento romantico ai pazienti psoriasici di cui erano state mostrate loro le foto.
La psoriasi è una patologia infiammatoria cronica, le cui cause non sono ancora ben chiare. È certo però che esista un coinvolgimento del sistema immunitario, attivato da fattori genetici e ambientali. Ma è proprio la presenza di meccanismi immunitari che porta diversi pazienti a manifestare altre patologie. Una tra tutte è l’artrite psoriasica, che colpisce le articolazioni. Inoltre sono note comorbilità con altre patologie extracutanee: ad esempio la sindrome metabolica, che si presenta con alterazioni dei valori di trigliceridi e colesterolo, sovrappeso, ipertensione e altri fattori di rischio che possono favorire malattie cardiovascolari e diabete. Inoltre è documentata una correlazione tra la psoriasi e l’uveite (una patologia oculare) e la malattia di Crohn, condizione autoinfiammatoria che colpisce l’intestino.
Non solo la psoriasi non è contagiosa, ma non è nemmeno causata da batteri contratti per mancanza di igiene. Anzi, la pulizia è un fattore importante per i pazienti con questa patologia, che sanno perfettamente come un utilizzo di detergenti aggressivi potrebbe essere per loro molto dannoso. È quindi chiaro come le persone affette hanno necessariamente un’elevata attenzione e consapevolezza nei confronti dell’igiene personale e della cura della propria pelle.
Non è vero che la psoriasi è prodotta da stress acuto o cronico, altrimenti ne sarebbe affetta una fetta elevatissima di popolazione. È però certamente vero che lo stress può talvolta slatentizzare una psoriasi che non si è ancora manifestata, ma solo in soggetti geneticamente predisposti. È ugualmente vero che stress intensi possono essere determinanti, in chi ne è già affetto, nell’andamento della patologia nel tempo: possono infatti aumentare il rischio di eventuali recidive in quei soggetti che, grazie alle terapie, erano riusciti a raggiungere una condizione di remissione, ovvero di quiescenza della malattia.
Al momento attuale la psoriasi non è guaribile, nel senso che non esiste una terapia in grado di eradicarla per sempre. Tuttavia i progressi scientifici hanno permesso di giungere allo sviluppo di terapie, sia topiche che sistemiche, che sono in grado di controllarla efficacemente. Per questo un paziente che segue scrupolosamente le indicazioni del proprio dermatologo ha oggi elevate possibilità di andare incontro a periodi anche lunghi di remissione e di raggiungere una riduzione sostanziale, e in alcuni casi pressoché totale, delle proprie lesioni cutanee.