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Dott. Paolo Milani
Medico del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università degli Studi di Pavia
Con il termine amiloidosi ci si riferisce a un gruppo di patologie caratterizzate dall’accumulo extracellulare di fibrille composte di materiale proteico insolubile (proteine e frammenti di proteine) chiamato amiloide. Questi depositi possono essere localizzati in organi come i reni, il cuore, il fegato, l’intestino, il sistema nervoso autonomo o periferico e causare forme sistemiche di malattia o localizzate.
Esistono circa 40 tipi diversi di amiloidosi. Una delle più comuni forme nei paesi occidentali è l’amiloidosi AL o amiloidosi da catene leggere libere immunoglobuliniche. È una condizione che è causata dall’anomala prodizione di catene leggere monoclonali da parte di un clone plasmacellulare, un tipo di cellule del sistema immunitario, deputato alla produzione degli anticorpi.
L’amiloidosi AL è una malattia rara, di cui si registrano circa 10 nuovi casi per milione di abitanti ogni anno, quindi circa 600 casi ogni anno in Italia. La prevalenza aumenta con l’aumentare dell’età, la mediana alla diagnosi è di circa 63 anni; circa il 55% dei pazienti di sesso maschile.
Quando si sviluppa l’amiloidosi AL, le plasmacellule vanno incontro ad un’alterazione e producono un eccesso di frammenti di immunoglobuline, le catene leggere, che aggregandosi creano depositi insolubili di materiale proteico, detto amiloide, in uno o più organi e tessuti.
L’amiloidosi AL può essere associata a un clone di piccole dimensioni, come avviene in corso di una gammopatia monoclonale di significato incerto (MGUS), o essere causata da una malattia maligna, come è il caso del mieloma multiplo. Più raramente può verificarsi l’associazione con una rara patologia ematologica, la macroglobulinemia di Waldenström o ad alcuni tipi di linfomi B.
Spesso i pazienti possono non avvertire sintomi o sperimentarne alcuni compatibili anche con altre patologie più comuni come per esempio:
Il fatto che si tratti di sintomi comuni ad altre patologie rischia di ritardare la diagnosi, per questo motivo è fondamentale non trascurare questi segnali, soprattutto se si presentano insieme, ed è importante cercare di capire se sono giustificati da altre condizioni o se può esserci un sospetto di amiloidosi.
Nelle fasi più avanzate, quando invece i sintomi iniziano a farsi percepire in modo più marcato, la presentazione clinica può differire in base a quale organo risulta affetto dai depositi di amiloide, più frequentemente cuore, reni, fegato, sistema nervoso, tratto gastrointestinale. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è coinvolto più di un organo.
Il cuore è l’organo più frequentemente coinvolto. La presenza dei depositi di amiloide a livello cardiaco rende più difficile a questo muscolo le sue normali funzioni e ciò determina sintomi quali facile affaticabilità, fiato corto o mancanza di fiato dopo sforzi lievi.
Oppure si possono verificare anomalie a livello del sistema elettrico del cuore e, quindi, si sperimentano battiti cardiaci alterati, ovvero aritmie.
Anche i reni sono organi frequentemente interessati da amiloidosi da catene leggere. In questo caso i sintomi più evidenti sono edema, in particolar modo delle gambe, ma anche del ventre o delle braccia. Questi edemi sono dovuti alla perdita di proteine attraverso il rene danneggiato dalla malattia e condizionano il quadro clinico cosiddetto di sindrome nefrosica. Più frequentemente nelle fasi più tardive della malattia, può essere osservata anche una riduzione della funzione dei reni, e può quindi verificarsi la comparsa di un’insufficienza renale conclamata.
Possono essere colpiti i nervi delle estremità, mani, piedi, gambe con conseguente dolore, intorpidimento e formicolio, ma possono anche essere interessati i nervi che controllano la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca, la motilità intestinale, la funzione erettile e altre funzioni del corpo. Possono verificarsi sintomi diversi, quali ad esempio vertigini, nausea, diarrea, neuropatie, possibile sindrome del tunnel carpale bilaterale.
Quando a essere interessati sono gli organi dell’apparato digerente si possono sperimentare nausea, diarrea, costipazione, perdita di peso e di appetito, o anche una sensazione di riempimento dello stomaco anche dopo aver ingerito minime quantità di cibo.
I segni e sintomi sono comuni a patologie più frequenti a carico di questo organo, quindi è lo specialista, che, una volta scartate le diagnosi più comuni, arriva a sospettare l’esistenza di un’amiloidosi e richiede esami specifici, possibilmente da condursi in strutture specializzate e attrezzate.
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