Oggi la maggior parte delle persone – anche medici e ricercatori – cerca informazioni sulla salute in internet o sui social media1. Non è certo un’affermazione che crea stupore: in Europa lo fa in media il 55% della popolazione tra i 16 e i 74 anni, con punte dell’80% in Finlandia e con l’Italia appena al di sotto della media europea2.
Navigare in Internet è un modo semplice per ottenere immediatamente informazioni praticamente su tutti gli argomenti di salute - incluso il cancro, gli strumenti per prevenirlo e le terapie per curarlo – e per questa ragione spesso è proprio la rete il primo “esperto” al quale ci si rivolge3.
E se in rete è possibile trovare informazioni precise, attendibili e scientificamente aggiornate, il rischio di incappare nelle cosiddette “bufale” o fake news è molto elevato.
Cerchiamo allora di capire quali possono essere i pericoli che si nascondono dietro queste informazioni errate e come riconoscere una fonte della quale fidarsi davvero.
I numeri parlano chiaro: secondo uno studio pubblicato nel 20234, circa 7 pazienti oncologici su 10 trovano sui social media informazioni non corrette sui trattamenti antitumorali. In particolare, il 23,5% dei malati e di chi si prende cura di loro ha letto di presunti “metodi alternativi” contro la malattia e i social media fanno la parte del leone in questo processo di disinformazione. Più della metà (55,9%) dei pazienti oncologici e dei caregiver si è imbattuto in notizie non corrette sul trattamento proprio sui social media: Facebook (39,8%), YouTube (27%), Instagram (22,1%) e TikTok (14,1%), tra le altre piattaforme. Oltre il 70% dei partecipanti allo studio riteneva che le informazioni sul trattamento fossero vere e, dato forse ancora più preoccupante, quasi 6 su 10 erano propensi a condividere questi post4.
Più in dettaglio, uno studio statunitense che ha analizzato gli articoli pubblicati sui social media nel 2018 e nel 2019 su 4 dei tumori più frequenti (colon-retto, prostata, mammella e polmone) ha mostrato che un terzo degli articoli conteneva informazioni errate e che la maggior parte di queste informazioni poteva anche rappresentare un danno per la salute5. Come spiegano gli autori, questo tipo di disinformazione minaccia la salute pubblica e deve essere affrontata con urgenza, anche perché spesso influisce negativamente sulle relazioni medico-paziente e può causare un aumento del rischio di morte.
Quest’ultima affermazione è particolarmente vera per quanto riguarda l’oncologia, dove l’uso di terapie non approvate o “alternative” si associa a una diminuzione della sopravvivenza5. Non esiste una soluzione semplice a questo problema. Molti esperti comunque sono concordi sul fatto che i medici e gli operatori sanitari abbiano un ruolo importante nel combattere la disinformazione. Come?
Mantenendo una comunicazione chiara e aperta con i pazienti, ascoltandoli senza giudicare, lavorando con loro per prendere decisioni sullo screening e sul trattamento e anche fornendo risorse e fonti attendibili per approfondire ulteriormente gli argomenti di cui si è discusso6.
La domanda resta aperta: come identificare le notizie vere da quelle false o addirittura dannose per la salute quando si “naviga” tra siti internet e social media?
Consapevoli dell’elevato rischio di incappare in fake news, gli esperti del National Cancer Institute statunitense hanno preparato una serie di domande che ciascuno dovrebbe porsi prima di decidere se un sito web o un post su un social media è davvero attendibile.
Ne riportiamo alcune qui di seguito, con i commenti degli esperti americani:
Gli esperti ricordano inoltre che le grandi istituzioni mediche hanno in genere profili sui principali social media che possono essere seguiti per rimanere aggiornati senza il rischio di incorrere in fake news, e che leggere le esperienze di altri pazienti può essere utile, ma è importante ricordare che ogni persona è unica così come è unica la sua malattia. Non ci sono dubbi: affidarsi a un medico è sempre la scelta migliore.