Il tumore della prostata compare prevalentemente dopo i 50 anni e la sua frequenza aumenta con l’età.
Attualmente è il tumore maschile più frequente, sia per il continuo invecchiamento della popolazione, sia per la maggior diffusione della diagnosi, legata al maggior numero di test, visite urologiche e biopsie che vengono eseguite.
In pratica un tumore, qualsiasi tumore, si forma perché il normale e ordinato meccanismo di divisione delle cellule, che si verifica in tutti i tessuti dell’organismo, a un certo punto impazzisce: le cellule cominciano a moltiplicarsi e a differenziarsi in modo incontrollato e a formare una massa, nodulo, che continuerà a crescere.
I tumori possono svilupparsi in forma benigna o maligna: per conoscere esattamente il tipo di tumore è necessaria una biopsia.
I tumori benigni di solito crescono lentamente e non diffondono nei tessuti circostanti; possono dare problemi quando, aumentando di volume, vanno a premere contro gli organi vicini.
I tumori maligni, al contrario, possono invadere i tessuti adiacenti; inoltre, le cellule possono staccarsi dal tumore originale e quindi diffondersi, attraverso la circolazione sanguigna o il sistema linfatico, a tessuti e organi lontani: in questo caso si parla di metastasi.
Comunque, a parte questo meccanismo, che è comune a tutti i tumori, è importante sapere che ogni tumore ha una storia a sé: esistono più di 200 tipi di tumore e differenti possibilità di trattamento.
Esistono varie forme di tumore della prostata, diverse tra loro: alcune hanno tempi di crescita molto lenti, al punto che, in alcuni casi, non danno problemi nell’arco della vita: queste forme vengono definite dagli oncologi "indolenti". In altri casi, invece, le cellule si moltiplicano rapidamente e sono in grado di invadere i tessuti vicini e di colpire a distanza, con le metastasi.
Le cause che portano alla formazione del tumore della prostata non sono ancora state identificate, anche se si conoscono alcuni fattori di rischio.
Sicuramente un ruolo importante nello sviluppo e nella crescita del tumore della prostata lo ricoprono gli ormoni androgeni: infatti si parla anche di tumore androgeno-dipendente.
Oggi si sa con certezza che la crescita e la sopravvivenza delle cellule tumorali nella prostata è influenzata dal testosterone, che circola nel sangue. Riducendo i livelli di testosterone, infatti, si riesce a rallentare, e volte perfino bloccare, la crescita del tumore; si riesce a ridurre la dimensione del tumore, si riescono a migliorare i sintomi.
Il tumore in una prima fase è un nodulo che si forma all’interno della prostata che, nelle forme "indolenti" resta tale per molti anni. Le forme più aggressive, al contrario, possono evolvere rapidamente: le cellule diventano più aggressive e il tumore tende ad espandersi fino ad arrivare a colpire organi lontani (metastasi).