Verso una diagnosi sempre più precoce del tumore del polmone La diagnosi precoce è la chiave per il successo dei trattamenti e per la cura di molti tumori, e quello polmonare non fa certo eccezione 1.
Secondo i dati riportati nel sito del Cancer Research UK, circa 6 persone su 10 affette da tumore al polmone sopravvivono alla malattia per 5 anni o più, se la diagnosi avviene allo stadio iniziale, ma il numero scende a meno di 1 persona su 10 quando il tumore viene diagnosticato allo stadio più avanzato 1.
La ricerca però non si ferma e sono in fase di studio alcuni nuovi test e programmi di screening mirati proprio a migliorare la diagnosi del tumore del polmone, una malattia che oggi in Italia fa registrare 44.000 nuovi casi ogni anno (30.000 negli uomini e 14.000 nelle donne), posizionandosi al secondo posto tra i tumori più frequenti negli uomini e al terzo posto tra quelli più frequenti nelle donne, con tassi di sopravvivenza a 5 anni ancora molto bassi 2.
Cerchiamo allora di capire perché è così complesso arrivare a una diagnosi precoce di questa malattia e quali sono i passi che si stanno compiendo per colmare questa lacuna.
Una delle principali ragioni alla base della diagnosi spesso tardiva del tumore del polmone è il fatto che la malattia risulta spesso asintomatica nelle sue fasi iniziali e comincia a manifestare i sintomi quando è già in fase più avanzata 3. Inoltre, alcuni sintomi del tumore del polmone sono piuttosto generici e potrebbero essere causati da patologie che con il cancro non hanno niente a che vedere. In presenza di sintomi come tosse che non passa, perdita di appetito e di peso, fiato corto è comunque una buona idea rivolgersi al proprio medico, che valuterà se prescrivere esami di approfondimento 3.
Da notare che, a differenza di quanto avviene per i tumori della mammella, del colon-retto e della cervice uterina, non esiste ad oggi un programma di screening di popolazione con esami non invasivi come lo sono invece la mammografia, l’esame del sangue occulto nelle feci e il Pap-test o test per la ricerca del DNA del papilloma virus 4.
In realtà, la tomografia computerizzata a bassa dose (LDCT) ha mostrato una riduzione del 20% della mortalità, ma resta un esame difficile da applicare alla popolazione generale (al momento l’uso è limitato alla popolazione ad alto rischio), genera un numero importante di falsi positivi, richiede personale specializzato e ha un costo elevato, non sostenibile in progetti di screening nei Paesi in via di sviluppo a basso reddito 4,5.
Alla ricerca di segni precoci della malattia e con lo scopo di mettere a punto esami poco invasivi, molti studi si sono concentrati sulla ricerca di biomarcatori del tumore del polmone, ovvero di molecole o “segnali” presenti nei fluidi biologici come sangue, urina o espettorato. Nonostante qualche passo avanti sia statofatto, nessuno dei biomarcatori finora identificati è in grado di influenzare in modo significativo e affidabile le decisioni cliniche o di essere portato dal laboratorio alla pratica clinica 4,5.
Dagli spray all’esame delle urine, passando per l’intelligenza artificiale, sono molti i ricercatori che concentrano i propri sforzi sulla ricerca di nuovi approcci per la diagnosi precoce del tumore polmonare.
Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Science Advances descrive per esempio un test che non prevede l’uso di aghi, né di complicate attrezzature per generare immagini 5. Semplificando all’estremo, gli autori della ricerca hanno messo a punto un pannello di nanosensori ai quali hanno aggiunto dei barcode, delle “etichette di riconoscimento”, che vengono staccate dal nanosensore in presenza di specifici enzimi del tumore e possono essere rilevate da un semplice esame delle urine. Lo studio è stato condotto solo in modelli animali e ci sono quindi dati che devono essere confermati e fattori che devono essere messi a punto prima di passare all’utilizzo negli esseri umani, ma senza dubbio i risultati preliminari sono promettenti 5.
Uno dei filoni di ricerca più attivi nel campo della diagnosi è quello relativo all’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA), come strumento per arrivare a conclusioni più accurate, magari in minor tempo e con minor utilizzo di risorse (finanziarie ed umane). Come emerge da uno studio pubblicato sulla rivista PloSOne, le potenzialità di questo tipo di approccio sono decisamente interessanti 6. I risultati della ricerca dimostrato infatti che un sistema di diagnosi assistita dall'IA e basato sulle immagini delle tomografie computerizzate è efficace e potrebbe essere promosso anche in clinica. In particolare, gli autori spiegano che la direzione futura dello sviluppo dell'IA si baserà probabilmente sull’integrazione di vari dati (immagini TC, caratteristiche della malattia, storia del paziente, ecc) per arrivare a una valutazione a tutto tondo della persona 6.
Oggi in Italia lo screening per il tumore del polmone non fa parte del programma di screening oncologico nazionale anche se gli esperti della Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) lo raccomandano nella versione 2021 delle linee guida, dove si legge: “In soggetti fumatori o ex-fumatori che hanno fumato almeno 15 sigarette al giorno per più di 25 anni, oppure almeno 10 sigarette al giorno per più di 30 anni, oppure che hanno smesso di fumare meno di 10 anni prima, uno screening annuale mediante TC torace dovrebbe essere preso in considerazione come opzione di prima scelta” 2.
Nel 2022, inoltre, ha preso il via R.I.S.P. (Rete Italiana Screening Polmonare), un programma di diagnosi precoce del tumore polmonare attraverso l’uso di TC a bassa dose promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che si rivolge a soggetti ad alto rischio (>55 e <75 anni, fumi o che hanno smesso da meno di 15 anni con un consumo medio di 20 sigarette al giorno per 30 anni) e coinvolge 18 Centri italiani. Sul sito dedicato (www.programmarisp.it/) è possibile trovare tutte le informazioni ed eventualmente iscriversi al programma 7.