Sia che si tratti di un familiare, di una persona cara, di un amico o di un collega, il caregiver può essere essenziale nel guidare un paziente attraverso il labirinto della depressione maggiore.1,2,3
Nonostante le difficoltà che si possono incontrare, con perseveranza, supporto adeguato e le giuste informazioni, si può dimostrare che la guarigione è raggiungibile. Se state affrontando la depressione maggiore o sostenendo qualcuno che ne soffre, scoprite “Out of the Maze” e imparate come trovare una via d'uscita lavorando insieme.
Osserva il complesso e sfidante labirinto della depressione maggiore attraverso la storia di Carl e Olivia e come riescono a percorrerlo insieme.
Niccolò, 26 anni, condivide il percorso di risalita dal labirinto della depressione, raccontando i momenti di difficoltà e i piccoli, grandi passi verso il miglioramento. Ha iniziato il suo cammino con una riflessione interiore, riconoscendo che la sua sofferenza andava oltre una tristezza passeggera, e ha trovato forza nel chiedere aiuto, supportato da persone di fiducia, tra cui la madre, una presenza costante e rassicurante. Niccolò racconta come il supporto psicologico e psichiatrico abbia giocato un ruolo essenziale nella sua guarigione, aiutandolo a ritrovare equilibrio e speranza. Il suo messaggio è chiaro: non bisogna mai temere di aprirsi e condividere i propri problemi, perché esistono persone disposte ad ascoltare e aiutare senza giudizio.
Ciao, sono Niccolò, ho 26 anni e sono qua per parlare del mio viaggio con la depressione.
Il primo passo è stato realizzare di avere un problema, che non era una tristezza passeggera o momentanea, ma era qualcosa di più profondo.
Secondo me, la depressione innanzitutto non è una cosa che ti svegli un giorno e sei depresso: è un qualcosa che si accumula col tempo.
Nel mio caso, è stato iniziare a vedere i miei amici un po' di meno, magari un giorno ti dimentichi di fare la doccia, poi diventano due e poi diventano tre… e tutte queste cose si accumulano.
Il secondo step è stato cercare dei centri dove si può chiedere aiuto ed essere seguiti, dove ti vengono proposti dei rimedi, soluzioni o tecniche anche, per affrontare questo brutto viaggio della depressione.
Io sono stato molto fortunato perché la mia università metteva a disposizione un centro di salute mentale, quindi è stato lo psicologo stesso che mi ha detto: “Tu devi vedere anche uno psichiatra che è una figura molto importante nel trattare questa condizione”.
Io ho avuto una relazione fantastica con la mia attuale dottoressa. È stato un viaggio fenomenale, non solo la dottoressa, ma anche tutto il personale medico che mi ha veramente seguito a trecentosessanta gradi.
Una persona non deve sentirsi sola nella depressione. Io adesso sto molto bene, posso dire di essere praticamente guarito e ho una vita felice.
Mia madre c’è sempre stata per me: è venuta a tutte le visite, mi ha veramente ascoltato.
Per me è stato molto importante non sentirmi abbandonato, sentirmi comunque seguito da qualcuno che mi vuole bene.
Non deve essere per forza un familiare: si può parlare con letteralmente chiunque, qualsiasi persona, appunto, con cui si ha un buon rapporto.
La depressione ti inganna, ti fa pensare che sei da solo, che nessuno ti vuole bene: bisogna lottare e cercare di capire che no, non è così. Ti offusca la vista, vedi le cose o bianche o nere, o tutto o niente, ma non riesci a vedere che c'è anche il grigio di mezzo, ci sono mille colori nel mondo. Il messaggio che vorrei dare è quello di non avere paura di parlare della propria salute mentale e non c'è nulla di sbagliato nell'affrontare momenti difficili nella vita.
Professor Andrea Fiorillo, ordinario presso l'Università della Campania di Napoli e presidente della European Psychiatric Association
Il professor Andrea Fiorillo, psichiatra e presidente della European Psychiatric Association, ci guida in una riflessione profonda sulla depressione, spiegando come riconoscerne i segnali, comprenderne le sfumature e soprattutto superare la paura di chiedere aiuto. Fiorillo chiarisce la differenza tra tristezza e depressione clinica, condividendo come ogni forma di depressione richieda un approccio personalizzato che rispetti lʼunicità di ogni paziente. Con i giusti supporti e lʼempatia dei familiari, anche le forme più gravi di depressione possono trovare una via dʼuscita.
Sono il professore Andrea Fiorillo, sono uno psichiatra, lavoro all'Università della Campania di Napoli e sono presidente della European Psychiatric Association.
Innanzitutto, vanno fatte delle distinzioni tra le varie forme di depressione e tra la depressione e la tristezza fisiologica, che è un evento di vita che può colpire chiunque nel corso della vita. Oggi, probabilmente, è anche erroneo parlare di depressione come malattia unitaria.
È più corretto parlare di varie forme di depressioni, che colpiscono le persone nelle varie fasi della vita e che hanno dei segnali di allarme diversi.
L'esordio della malattia quindi, come dicevo, cambia da persona a persona, e quindi è importante avere un approccio quanto più possibile individualizzato e personalizzato.
Ad esempio, nei giovani è più probabile che una depressione possa iniziare con un ritiro sociale; in una persona adulta possono comparire più facilmente anedonia, quindi la mancanza di piacere o la mancanza di voglia, l’abulia e l'apatia. Nelle persone anziane, invece, spesso può iniziare con dei deficit cognitivi, quindi delle difficoltà di concentrazione, di memoria, insonnia e una sintomatologia ansiosa.
Beh, la prima cosa, a mio avviso, è non avere paura, non avere timore di avere una patologia che, come tutte le altre malattie, oggi si cura.
Importantissimi sono i luoghi delle cure e riuscire ad andare nei centri specializzati che possono offrire un pacchetto di terapie che devono essere, appunto, personalizzate sulla base delle caratteristiche della singola persona.
Importantissimo il ruolo dei familiari e dei caregiver, che devono assolutamente fare la propria parte. Naturalmente, è importante il ruolo degli operatori della salute mentale, quindi lo psichiatra, lo psicologo, l'infermiere, il tecnico della riabilitazione. Tutti possono fornire un intervento, sia esso farmacologico, psico sociale o psicologico, per garantire la fuoriuscita da questo labirinto.
Non è un percorso semplice, però è una malattia che con i nuovi approcci, anche innovativi, siamo in grado di curare con una percentuale dell'80-85% per cento, anche in persone che hanno una forma grave di malattia o che hanno avuto delle resistenze ai trattamenti precedenti.
Questa è una partita che possiamo vincere: tutti insieme, si può uscire dal labirinto.
La depressione tocca il 5% della popolazione mondiale, colpendo circa 280 milioni di persone che affrontano ogni giorno questa sfida.
In Italia, le persone tra i 50 e i 69 anni sono quelle che più segnalano sintomi di depressione, con un tasso del 7,2%.
La depressione è un peso doppio per le donne rispetto agli uomini, con tassi che raggiungono fino al 25% per le donne e il 12% per gli uomini.
Per l'84% dei pazienti, il supporto degli operatori sanitari è un elemento fondamentale nel percorso di guarigione.
In Italia, i tassi di guarigione dalla depressione possono variare dal 47% al 64% a seconda della regione e del sostegno disponibile.
L’accesso ai Centri di Salute Comunitaria è un supporto essenziale per chi affronta la depressione, offrendo aiuto e vicinanza in contesti locali.
Tempi di attesa ridotti fanno davvero la differenza per i pazienti con depressione moderata, migliorando significativamente la loro esperienza di cura.
Per l’89% dei pazienti, scrivere la propria storia è un modo potente per elaborare le esperienze e ritrovare un senso di serenità.
Fonti: Sintomi di depressione nella popolazione dell’ASL TO3 I dati del sistema di sorveglianza PASSI 2017-2020
Fonte: Statista
Fonti: Public Beliefs and Attitudes towards Depression in Italy: A National Survey
Depression in the Italian community: epidemiology and socio-economic implications
Fonti: Annals of General Psychiatry
Public Beliefs and Attitudes towards Depression in Italy: A National Survey
Fonte: Parental Mental Health, Gender, and Lifestyle Effects on Post-Pandemic Child and Adolescent
Psychosocial Problems: A Cross-Sectional Survey in Northern Italy
Fonte: One-year recovery rates for young people with depression and/or anxiety not receiving treatment: a systematic review and meta-analysis
Fonte: Mental illness stigma: Concepts, consequences, and initiatives to reduce stigma
Fonte: Nationwide consensus on the clinical management of treatment-resistant depression in Italy: a Delphi panel
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