Vivo con una malattia cronica intestinale da cinque anni. Pochi ma intensi. Fino ad ottobre del 2016 mi consideravo una persona sana, non avevo mai avuto avvisaglie di quello che di lì a poco mi avrebbe stravolto la vita. O meglio: quello che fino a quel momento avevo sperimentato – una stitichezza persistente e un gonfiore addominale – lo consideravo normale. D'altronde, chi non soffre di un po' di stitichezza, specialmente tra noi donne, e di gonfiore? Poi però è successo qualcosa che ha rimescolato le carte in tavola.
Un giorno ho avuto una “colica d'aria”, con perdite di muco e sangue. Se la stitichezza poteva essere considerata normale, ho capito subito che questo episodio, invece, non lo era affatto. Così mi sono rivolta ai medici e inevitabilmente sono arrivata alla colonscopia. Responso: colite ulcerosa. Ho iniziato una cura ma non è servita a molto. Nel frattempo la malattia galoppava, cambiava forma – ora i medici la chiamavano rettocolite ulcerosa - e l'infiammazione era così elevata che i farmaci non riuscivano a domarla. Un periodo complesso, quello: sono stata ricoverata in ospedale per 40 lunghi giorni, ho ricevuto infusioni di un farmaco biologico, e poi è arrivato l’intervento. Ileostomia, prima solo provvisoria, poi dopo nove mesi definitiva.
C’è voluta tutta la mia forza di volontà, insieme all'aiuto dell'équipe medica che mi ha seguito e il supporto dei miei familiari, per voltare pagina. E fondamentale è stato anche il contatto con una associazione di pazienti che, come me, hanno dovuto fare i conti con una MICI, e che mi hanno fatto sentire meno sola. Questi sono i fattori che hanno davvero fatto la differenza. E sebbene questi ultimi cinque anni non siano stati facili, oggi mi sento di dire che, dopotutto, la qualità della mia vita è molto migliorata e che nel complesso riesco a vivere meglio.
Se dovessi dare qualche consiglio a chi si trova come me a convivere con questa malattia invalidante, che rende difficile anche una semplice uscita, direi di prestare attenzione prima di tutto all'alimentazione. Penso che sia fondamentale attenersi ad una dieta mirata e cercare di non “sgarrare”, altrimenti il tuo intestino può davvero sconvolgerti la vita. Poi è importante cercare di allontanare, per quel che possibile, lo stress, che non aiuta mai. Infine vorrei rivolgere un pensiero all'associazione Amici Onlus (Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino): semplicemente grazie.