Scrivo e cancello, perché non so da dove cominciare. Un po’ come la mia rettocolite ulcerosa, che non so esattamente quando sia iniziata. D'altronde non è chiaro neanche ai medici cosa scateni la malattia. Io so che un bel giorno mi sono svegliata e sono diventata un'amica inseparabile del bagno. A vent'anni appena, in quella che dovrebbe essere l'età della spensieratezza. Però succede e non puoi farci niente. Cerchi di capire, chiedi aiuto, vai da medici, sopporti la sofferenza sperando che passi, ma alla fine scopri che le corse in bagno e quel rifiuto del cibo che ti ha fatto perdere un bel po' di chili sulla bilancia hanno un nome, quello di una malattia infiammatoria cronica intestinale, nel mio caso rettocolite ulcerosa appunto. Ma a vent’anni chi ne aveva mai sentito parlare?
Il mio gastroenterologo dice che è come un vulcano: a volte sembra che dorma, altre si risveglia con tutta la sua forza.
Noi questo vulcano ce lo portiamo dietro. Da un giorno all'altro la malattia mi ha stravolto la vita, mio malgrado: la detestavo, ma alla fine siamo diventate “amiche”. E per fortuna, considerando che dovrò conviverci per il resto della mia vita. Però cerco di tenerla al suo posto, so che c'è ma “fingo” di non avere nulla, perché non voglio farmi sconfiggere. Amiche sì, ma ciascuno al posto suo, cara rettocolite.
Oggi ho 23 anni e la malattia non mi è più sconosciuta come lo era agli inizi e ho imparato un po' anche a gestirla. Certo, è dura. Perché con lei non puoi lavorare, uscire o anche solo mangiare serenamente. Vivere la normalità quotidiana può diventare un'impresa, specialmente quando non si viene capiti, e capita purtroppo, perché non tutti la conoscono, come del resto non la conoscevo io tre anni fa. Per fortuna non sempre è così: ho molte persone vicine. Nessuno però potrà mai capire cosa significhi, nessuno sente il dolore quanto me, per questo a prescindere dagli altri la mia forza contro la malattia sono io. A chi si trova nella mia stessa situazione dico “non mollare mai, anche quando pensi di toccare il fondo”, perché il tempo è prezioso e noi sicuramente apprezziamo il suo valore, il valore degli attimi, delle cose banali che per noi banali non sono mai.