Ufficialmente soffro di malattia di Crohn dal 2017. Malgrado questo, però, mi ritengo fortunata, soprattutto se mi guardo intorno o se ripenso a tutte le persone che ho incontrato negli anni e che purtroppo ho visto morire. Non di Crohn, ma di altre malattie incurabili. Così, anche se oggi questa scomoda compagna è solo uno dei miei problemi – ho anche altre patologie, alcune anche gravi – non mi lamento. A volte è dura, non lo nego. Ma vado avanti, perché so di potermi curare e soprattutto so di non essere sola. E questo aiuta moltissimo.
Uno “stress” fatto di forti dolori addominali e diarrea. Finché, dopo l'ennesimo accesso al pronto soccorso e l'ennesima consulenza chirurgica, qualcuno non ha intuito qualcosa. Il medico di turno quella volta mi consigliò un'ecografia alle anse intestinali, che prontamente feci da uno dei migliori ecografisti dell'epoca. E’ stato allora che il Crohn è entrato nella mia vita. Eppure quando il medico mi comunicò la diagnosi, io risposi scettica: “Ma no, ho già la spondiloartrite”, e lui mi spiegò che non era raro che le due malattie si presentassero insieme. Lo ignoravo. Feci ulteriori accertamenti e la diagnosi non cambiò, così come non cambiarono le terapie, che rimasero le stesse di quelle che seguivo per la spondiloartrite.
Devo dire che ho reagito bene, per quanto possibile. Ho scoperto con un certo stupore che alla fine ci si abitua a tutto, e si cerca un modo dignitoso di convivere con i vari problemi di salute. Questo non significa che l'arrivo della diagnosi di Crohn non abbia sconvolto la mia vita: al lavoro ho avuto la vicinanza, la comprensione e il sostegno dei colleghi, ma ho dovuto rinunciare a tante cose per via della malattia. Le cene fuori sono diventate un problema, così come fare delle ferie in libertà, e nel 2019 ho subito la mia prima resezione intestinale, dopo un peggioramento forse dovuto anche alla mia trascuratezza, chissà. Oggi so che la malattia non scomparirà. E nonostante alcuni momenti di sconforto, che arrivano quando meno me li aspetto, ho la fortuna di avere accesso a farmaci che la tengono sotto controllo, la vicinanza di tante persone care e la certezza che andrà tutto bene.