Oggi le terapie disponibili consentono in genere un buon controllo della malattia di Crohn e della rettocolite ulcerosa: le evidenze scientifiche mostrano infatti come, grazie ai farmaci disponibili, la necessità di interventi chirurgici si sia ridotta notevolmente.
Nonostante questo, l’80% dei pazienti affetti da malattia di Crohn va ancora incontro ad almeno un intervento nel corso della vita, mentre un terzo dei pazienti con rettocolite ulcerosa viene sottoposto a colectomia, ovvero l'asportazione del colon.
In alcuni casi, le condizioni che richiedono l'approccio chirurgico si presentano in modo acuto e così violento da richiedere un intervento tempestivo, che ha inizio con un accesso spontaneo del paziente in Pronto Soccorso.
Nelle MICI la chirurgia costituisce un importantissimo e valido approccio terapeutico, ma con indicazioni completamente diverse, a seconda della patologia. In linea generale, gli interventi chirurgici possono avere un ruolo importante nell'induzione della remissione nella malattia di Crohn mentre possono portare anche a una cura definitiva nella rettocolite ulcerosa.
Nella prima, la chirurgia è una soluzione ottimale quando insorgono complicanze: il caso più tipico è quello delle fibrosi intestinali che causano stenosi, cioè progressivi restringimenti del lume intestinale a livello ileocecale, l'ultimo tratto dell'intestino tenue e il primo del cieco. In questo caso la resezione ileocecale è l'intervento più tipico. Altre complicanze della malattia di Crohn trattate chirurgicamente sono poi le fistole, specie a livello anale, gli ascessi e le perforazioni.
Nella rettocolite ulcerosa si ricorre all'intervento generalmente nei casi in cui la malattia è refrattaria alla terapia medica o quando insorgono tumori del grosso intestino: in questo caso si procede alla resezione totale o parziale del colon e del retto.
Negli ultimi anni si è sempre più cercato di programmare per tempo gli interventi chirurgici, già quando i pazienti iniziano a sviluppare i primi sintomi. Tuttavia, ancora oggi esistono casi che richiedono un approccio in urgenza: questo capita in presenza di condizioni così serie che spingono il paziente a recarsi in Pronto Soccorso dove, non di rado, il personale si trova di fronte a soggetti che mostrano un peggioramento importante, trascurato fino a quel punto dai curanti.
Dati dimostrano che tra il 20 e il 25% dei pazienti con rettocolite ulcerosa può presentare nella sua storia una riacutizzazione severa della malattia tale da dover ricorrere a un ricovero per un rapido trattamento terapeutico.
Ma esattamente quali sono le condizioni che richiedono un intervento d'urgenza, nelle due patologie? Nella rettocolite ulcerosa la chirurgia d'urgenza è indicata per i pazienti che hanno complicanze potenzialmente letali come un’emorragia massiva, una perforazione intestinale o il megacolon tossico. La presenza di un'emorragia importante è segno di un'attivazione della malattia in forma fulminante, con un'infiammazione di grado severo. Questo può essere segno anche di una perforazione intestinale. Il megacolon tossico è invece una dilatazione del colon prodotta dall'infiammazione, che deve essere trattata con terapia farmacologica intensiva: senza miglioramento, il paziente deve essere operato. In regime d'urgenza, l'intervento generalmente eseguito nella rettocolite ulcerosa è la colectomia, cioè l'asportazione del colon.
Nella malattia di Crohn invece gli interventi d'urgenza possono essere necessari in presenza di gravi complicanze, come gli ascessi e le perforazioni, anche se più frequentemente ve ne si fa ricorso in presenza di occlusioni intestinali prodotte da stenosi non diagnosticate per tempo a livello dell'ultima ansa ileale. Generalmente una stenosi causa sintomi subocclusivi che spingono il paziente a sottoporsi ad accertamenti utili a diagnosticarla e trattarla per tempo.
Tuttavia, in alcuni casi, la condizione è asintomatica: un paziente ignaro di essere affetto da malattia di Crohn potrebbe pertanto scoprire la patologia soltanto quando la stenosi si è occlusa.
Così, in presenza di dolore addominale intenso da occlusione, si reca in Pronto soccorso dove non resta che sottoporlo a intervento d'urgenza di resezione ileocecale: l'arresto del transito intestinale porterebbe infatti a un insieme di fenomeni a catena che, se non arrestati in breve tempo, pongono la vita del paziente a serio rischio.
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