Molti pazienti affermano di aver ricevuto la diagnosi di malattia di Crohn o di rettocolite ulcerosa subito dopo aver vissuto un periodo di forte stress psicologico o psicofisico. Molti inoltre raccontano di aver notato una corrispondenza tra momenti di stress e riacutizzazioni della patologia. Da tempo si studia il legame che intercorre tra condizioni psichiche intense come queste e le malattie autoimmuni e autoinfiammatorie, come appunto le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). A oggi quel che sappiamo di certo è che queste patologie sono multifattoriali: a causarle sono, in un contesto di predisposizione genetica, diversi fattori quali una certa composizione del microbiota intestinale, alcune pregresse infezioni e diversi fattori ambientali.
Tra questi ultimi anche lo stress potrebbe avere un certo peso: questo sembra infatti essere un fattore di rischio per sviluppare una MICI ma anche un potenziale attivatore di recidive nei pazienti in fase di remissione. Del resto è noto come lo stress acuto e cronico favoriscano la liberazione di alcune citochine proinfiammatorie che favoriscono le due patologie. Inoltre è ormai assodato che lo stress interagisca anche con la funzione del sistema immunitario, una cui anomalia ancora non ben compresa è responsabile dell'autoattacco che colpisce l'intestino nei pazienti con malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa causando danni anatomici e funzionali.
Proprio da queste considerazioni è nato il concetto di "asse cervello-intestino", un insieme di meccanismi che governano tanto le funzioni intestinali quanto quelle cerebrali: l'impatto delle une sulle altre, e viceversa, è quindi scontato. Non dimentichiamo che è anche la malattia stessa a incrementare lo stress, che potrebbe quindi instaurare un circolo vizioso. Questo però non significa che sia sufficiente controllare lo stress per attenuare la sintomatologia della malattia di Crohn o della rettocolite ulcerosa oppure per evitare recidive: certamente però uno stile di vita più tranquillo e sano può migliorarne la convivenza. È noto peraltro che alcune forme di disagio psichico, spesso connesse allo stress, possono avere un impatto sull'andamento delle MICI: i disturbi dell'umore, come ansia e depressione, sono infatti fattori di rischio per i pazienti con malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa, in particolare per quanto riguarda il possibile ricorso alla chirurgia. In altri termini, chi è affetto da questi disturbi psichici mostra un rischio maggiore di dover andare incontro a interventi nel corso della propria vita.
Facile imporci di ridurre lo stress, meno mettere in pratica questo importante imperativo: la vita di oggi (e la convivenza stessa con la malattia) rendono molto difficile trovare un equilibrio stabile. Sicuramente le tecniche di rilassamento sono utili a chi soffre di MICI: sedute di biofeedback, ma anche di training autogeno, mindfulness e di meditazione basate sulla respirazione guidata hanno un'ottima efficacia sul controllo delle emozioni e sul benessere intestinale. Accanto a questo, una buona attività fisica commisurata alle proprie condizioni di salute è perfetta per migliorare lo stato mentale grazie al ruolo delle endorfine prodotte durante l'attività.