La lombalgia è una condizione piuttosto diffusa nella popolazione, e le cause sono numerose. Tuttavia questa forma di dolore che colpisce la parte bassa della schiena si presenta con una certa frequenza proprio nei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), ovvero malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa. Qual è il legame tra queste condizioni apparentemente così diverse?
Per spiegarlo dobbiamo fare un passo indietro. Quando parliamo di mal di schiena, e in particolare di mal di schiena lombare, ci riferiamo a due condizioni ben diverse. Da un lato c'è il più tipico e ben noto mal di schiena meccanico: si tratta di un dolore spesso molto intenso legato a fattori fisici quali movimenti "sbagliati", attività fisica eseguita in modo scorretto, traumi e quant'altro.
La forma di mal di schiena diffusa tra chi è affetto da una MICI è invece spesso di tipo infiammatorio: alla sua origine sta infatti una condizione infiammatoria, quella causata dalle due malattie, che si estende ad altri organi e tessuti del corpo dando luogo a manifestazioni definite come extraintestinali.
Non di rado questo fenomeno riguarda proprio la schiena e in particolare la fascia lombare. In questo caso il dolore ha caratteristiche peculiari:
● è sordo;
● è accompagnato da rigidità;
● si avverte soprattutto la mattina;
● tende ad aumentare con l'immobilità e a ridursi con il movimento.
In molti casi l'infiammazione causata dalle MICI produce una manifestazione dolorosa a livello della schiena che non causa particolare impedimento all'attività quotidiana e non produce danni alla colonna vertebrale. In altri casi invece le conseguenze possono essere più importanti: questo avviene ad esempio nella cosiddetta artrite enteropatica, manifestazione che è diretta conseguenza dell'infiammazione alla base delle MICI.
Questa patologia appartiene all’ambito delle cosiddette spondiloartriti sieronegative ed è caratterizzata dall’assenza del fattore reumatoide nel sangue, uno specifico autoanticorpo che è invece presente in altre malattie infiammatorie articolari come l'artrite reumatoide.
Al momento non è nota la causa specifica dell'artrite enteropatica anche se è certa una predisposizione genetica e il ruolo importante di stress, infezioni e alimentazione inadeguata.
Va però detto che i pazienti affetti da MICI hanno un rischio aumentato di sviluppare altre malattie immunomediate e autoinfiammatorie. Tra queste c'è la spondilite anchilosante, patologia che colpisce prevalentemente pazienti giovani e di sesso maschile e che si caratterizza per un'infiammazione cronica della colonna vertebrale e, secondariamente, di altre articolazioni come quelle di anca e spalle. Questa, a differenza dell'artrite enteropatica, se non trattata può portare a una "fusione" tra loro delle strutture ossee delle articolazioni.
Studi recenti hanno dimostrato come nei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali, vent'anni dopo la diagnosi sia molto alta la probabilità che si verifichino artriti enteropatiche o spondiliti anchilosanti. Del resto il semplice mal di schiena infiammatorio cronico, che dura cioè per almeno tre mesi, è presente nel 47 per cento circa di questi soggetti.