Tra gli esami utili alla diagnosi e al follow up (cioè la valutazione nel tempo) delle malattie infiammatorie croniche intestinali ci sono gli esami delle feci, che il Gastroenterologo prescrive con cadenza regolare. Questi esami possono dare indicazioni sullo stato della nostra malattia ma anche su patologie connesse alle MICI, quali infezioni intestinali e altre condizioni associate, ad esempio in presenza di sintomi anomali. Sono tre le grandi tipologie di esami che possono essere condotti sulle feci: quelli macroscopici, quelli chimici e quelli microbiologici.
L'esame macroscopico delle feci è eseguito a occhio nudo e si propone di valutare la consistenza e la forma delle feci, aspetti che possono dare indicazioni circa la qualità del transito intestinale e dunque la presenza di stipsi o diarrea, ma anche l'odore e il colore. Ovviamente anche l'alimentazione e molte condizioni non patologiche possono alterare la colorazione delle feci, senza che ciò debba spaventare il paziente. Infine l'esame macroscopico valuta la presenza di pus, muco, materiale alimentare non digerito e la presenza di alcuni parassiti visibili a occhio nudo.
Gli esami chimici condotti sulle feci possono valutare ad esempio la presenza di sangue occulto, sintomi di sanguinamento a livello intestinale. Ciò può essere dovuto a ulcere conseguenti alle MICI oppure a polipi o tumori. Non a caso la ricerca del sangue occulto nelle feci è un esame di screening nella popolazione anziana che ha lo scopo di giungere a diagnosi tempestive in presenza di neoplasie intestinali. Un altro esame chimico è quello che valuta il pH delle feci: valori di acidità o alcalinità pronunciati sono indice di processi anomali o di possibili patologie epatiche o pancreatiche. Un esame chimico estremamente importante per i pazienti con MICI è il dosaggio della calprotectina fecale, proteina prodotta dall'intestino quando infiammato. Valori particolarmente alti sono presenti nei pazienti con malattia di Crohn o rettocolite ulcerosa in fase attiva.
Gli esami microbiologici, invece, vanno a valutare la presenza di batteri, virus o parassiti nel tratto digerente. Quello più frequentemente prescritto è la coprocoltura, che permette di individuare patogeni quali il Campylobacter, la Salmonella e la Shigella, batteri responsabili di molte gastroenteriti. Queste infezioni, potenzialmente gravi per tutti, sono particolarmente serie nei pazienti con MICI: per questo prevenirle è essenziale così come diagnosticarle per tempo. Un'infezione particolarmente seria nei pazienti con MICI, e in particolare in quelli con rettocolite ulcerosa, è quella da Clostridium difficile che può essere diagnosticata anch'essa con un esame microbiologico delle feci. Pericolosi per tutti e in particolare per chi ha una MICI sono le parassitosi causate, tra gli altri da protozoi, ascaridi e ossiuri. Come detto a volte i parassiti sono visibili a occhio nudo, ma in generale - viste le ridottissime dimensioni - è necessario l’esame parassitologico.
Tendenzialmente è sufficiente raccogliere un campione e portarlo al laboratorio analisi.
Tale raccolta deve però seguire alcune regole importanti. Prima di tutto è bene sapere che
l’assunzione di alcuni farmaci può influenzare i risultati dell’esame e per questo è bene
comunicare al medico le terapie in corso. Quanto alla raccolta fisica del campione, occorre
rivolgersi al laboratorio analisi in merito a quantità di campioni necessari (in alcuni casi
non ne basta solo uno), tempi di raccolta e di conservazione e altri aspetti pratici che
possono variare, appunto, da laboratorio a laboratorio oltre che in funzione del tipo di
esame.
In generale possiamo segnalare queste indicazioni generali:
- Il contenitore con tappo e palettina per la raccolta deve essere acquistato in farmacia
o reperito presso il centro prelievi stesso. Informiamoci circa il tipo di esame delle feci da
eseguire: per alcuni è necessario un contenitore specifico contenente un reagente
chimico per la conservazione;
- Il campione deve essere privo di contaminazioni da urina, sangue mestruale o
acqua del wc: per questo la raccolta deve avvenire defecando in un contenitore di
plastica (e quindi non nel wc) e raccolto immediatamente con la palettina in una quantità
pari a quella di una noce. Attenzione a non urinare sul campione e a non porre il
contenitore a diretto contatto con l'ano o con i genitali;
- È raccomandato raccogliere le feci la mattina e portarle subito al laboratorio analisi
entro un paio d'ore. Se ciò non è possibile, il campione ben sigillato può in alcuni casi
essere conservato in frigorifero: su questo punto occorre però chiedere maggiori
informazioni al Gastroenterologo e al centro prelievi, dal momento che ogni tipologia di
esame può imporre tempistiche e temperature di conservazione diverse;
- Nel caso di ricerca del sangue occulto, non raccogliere il campione in presenza di
flusso mestruale o di emorroidi sanguinanti.
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