Prevenire l’osteoporosi da Crohn con l’esercizio fisico

Prevenire l’osteoporosi da Crohn con l’esercizio fisico

L’osteoporosi è una delle complicanze extraintestinali più frequenti della malattia di Crohn; interessa fino al 41% dei pazienti affetti da questa patologia. Il problema inizia con l’osteopenia, ovvero con una riduzione della formazione e mineralizzazione dell’osso che, se non trattata adeguatamente e in tempo, può progredire in osteoporosi ovvero nell’assottigliamento dell’osso, un processo irreversibile nelle fasi avanzate.

Le conseguenze più rilevanti della fragilità ossea sono le fratture, spontanee o a seguito di piccoli traumi, che colpiscono principalmente bacino, colonna vertebrale e avambraccio. Questo fenomeno contribuisce non solo a peggiorare ulteriormente la qualità della vita dei pazienti con malattia di Crohn, ma aumenta il rischio di ospedalizzazione e interventi chirurgici di complessità medio-alta e di complicanze.

È quindi importante prendersi cura delle ossa, prevenendo l’osteoporosi da Crohn, anche attraverso lo stile di vita, per esempio mantenendo il corpo attivo con l’esercizio fisico.

Lo dimostrano i risultati dello studio PROTECT - PROgressive resistance Training Exercise and Crohn’s disease Trial, pubblicati sulla rivista Alimentary Pharmacology and Therapeutics, che ha valutato gli effetti di un programma di 6 mesi di esercizio fisico sulla densità minerale ossea (BMD) di 47 pazienti con malattia di Crohn.

Vediamo insieme di cosa si tratta.

Le cause dell’osteoporosi nella malattia di Crohn

I fattori che contribuiscono a rendere fragili le ossa dei pazienti con malattia di Crohn sono 3:

  • Infiammazione cronica - I livelli elevati, per lungo tempo, di citochine infiammatorie presenti nei pazienti con Crohn, in particolar modo il Tumor Necrosis Factor (TNF) e l’interleukina 6 (ILG), favoriscono uno squilibrio del metabolismo osseo, riducendo il deposito di nuova matrice ossea e favorendo il suo riassorbimento. Il TNF e l’IL6 attivano infatti un’altra citochina, denominata RANKL, che agisce rendendo più veloce la maturazione degli osteoclasti, ovvero le cellule coinvolte nel riassorbimento dell’osso.
  • Cortisonici - L’uso prolungato di cortisonici favorisce la perdita di massa ossea attraverso la riduzione dei livelli di estrogeni, che giocano invece un ruolo fondamentale nel contrastare il riassorbimento osseo.
  • Malnutrizione - La malattia di Crohn è caratterizzata dal malassorbimento di alcuni nutrienti, che giocano un ruolo importante per la salute delle ossa: ferro, vitamina B12, vitamina C, vitamina K, vitamina D, fosforo, zinco e potassio. Inoltre, la maggior parte dei pazienti con malattia di Crohn non tollera il latte e i suoi derivati, compresi il formaggio e lo yogurt, riducendo sensibilmente l’introito di calcio. La vitamina D e il calcio svolgono un ruolo essenziale nel metabolismo e nell’omeostasi dell’osso. La carenza di vitamina B12 e di folati può portare a un aumento di omocisteina, che contribuisce alla demineralizzazione dell’osso. Infine, il malassorbimento della vitamina K determina un aumento dei livelli di osteocalcina, che impoverisce la mineralizzazione dell’osso. Queste carenze sono anche la causa della stanchezza cronica associata alle MICI.

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Lo studio PROTECT sulla salute delle ossa nel Crohn

Lo studio PROTECT si è proposto di valutare gli effetti di un programma di allenamento fisico sulla densità minerale ossea (BMD: Bone Mineral Density) in soggetti con malattia di Crohn. Sono stati coinvolti nello studio 47 pazienti di oltre 16 anni, di cui 24 trattati con la sola terapia per il Crohn e 23 trattati con la terapia in associazione al programma di allenamento.

Il programma di allenamento prevedeva sessioni da 1 ora, 3 volte a settimana in giorni non consecutivi per 6 mesi (78 sessioni totali). I pazienti arruolati nel gruppo di allenamento sono stati supervisionati durante l’esecuzione di 12 sessioni e in contatto telefonico una volta al mese.

Ogni sessione del programma di allenamento prevedeva:

  • 5 minuti di riscaldamento con diversi esercizi dinamici, tra cui la camminata sul posto, gli squat, i pugni da boxe ed esercizi di allungamento;
  • 50 minuti di attività, alternando esercizi ad alto impatto, tra cui il salto della corda, saltelli, affondi, squat, ed esercizi di resistenza, a corpo libero o con l’aiuto di bande elastiche;
  • 5 minuti di rilassamento finale con esercizi di stretching completo.

Effetti dell’esercizio fisico sulle ossa in pazienti con malattia di Crohn

I risultati dello studio PROTECT sono molto incoraggianti, in quanto dimostrano un miglioramento significativo della BMD a livello della spina lombare (+3,8%) nei pazienti che per 6 mesi hanno abbinato il programma di allenamento fisico alla terapia convenzionale farmacologica, rispetto al gruppo di controllo trattato solo con la terapia.

Si tratta di un risultato importante, dal momento che, come dimostrano altri studi, migliorare del 2% la densità minerale ossea può ridurre del 28% il rischio di fratture.

Sono stati osservati altri effetti positivi del programma di allenamento, in particolare si è registrato un miglioramento della mobilità muscolare generale, della resistenza fisica e una riduzione della stanchezza cronica.

I risultati di questo studio hanno bisogno di ulteriori conferme, tuttavia sottolineano quanto anche lo stile di vita possa contribuire a prevenire la comparsa di complicanze correlate alla malattia di Crohn, contrastando in particolare l’osteoporosi.

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Fonti

  • Baban Y, et al. Osteoporosis Complications in Crohn's Disease Patients: Factors, Pathogenesis, and Treatment Outlines. Cureus 13(12): e20564. DOI 10.7759/cureus.20564

  • Jones, et al. Randomised clinical trial: combined impact and resistance training in adults with stable Crohn’s disease. Aliment Pharmacol Ther. 2020;52:964–975.

EM-132149