La stomia intestinale è una deviazione chirurgica dell’intestino che si apre sulla pancia e consente la fuoriuscita delle feci, che vengono poi raccolte in una sacca. E’ un intervento che si rende necessario in alcuni casi di colite ulcerosa o di malattia di Crohn.
Che si tratti di una stomia temporanea o definitiva e permanente e indipendentemente dal tipo di intervento subito (ileostomia, colostomia o trasversostomia) è molto importante prendere confidenza con questa nuova apertura addominale.
La stomia deve essere considerata a tutti gli effetti un organo e pertanto richiede attenzioni e cure (stoma care) di cui si deve occupare direttamente il paziente, una volta dimesso dall’ospedale.
La sostituzione della sacca e l’irrigazione, ovvero il lavaggio colico, sono tra le procedure più importanti per prevenire le complicanze e favorire la riabilitazione nel periodo successivo all’intervento, al tempo stesso però sono anche quelle che preoccupano di più il paziente, almeno all’inizio.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Dopo l’intervento, la prima sostituzione della sacca deve avvenire entro 48-72 ore. Questo intervallo di tempo può variare in funzione del tipo di stomia, con coinvolgimento dell’ileo o del colon, del tipo di presidio utilizzato e della quantità di feci eliminate.
Immediatamente dopo l’intervento, sia di ileostomia sia di colostomia, le feci sono liquide e il materiale eliminato può essere anche abbondante. La quantità di feci tende piano piano a stabilizzarsi entro le prime settimane e comunque entro il primo mese.
In generale, la placca dovrebbe essere sostituita più volte al giorno e almeno una volta ogni 3 giorni, tenendo conto che il tempo di sostituzione della sacca è influenzato da eventuali episodi di dissenteria (che richiedono una frequenza di sostituzione più stretta), dalle condizioni della cute peristomale e anche dalla sudorazione.
La pelle attorno alla stomia (cute peristomale) è molto delicata, per questo è importante proteggerla e soprattutto accertarsi che il foro della placca abbia le stesse dimensioni della stomia. Se il foro della placca è più grande, c'è il rischio che le feci entrino in contatto con la cute, irritandola. Al contrario, se il foro è più piccolo della stomia, c’è il rischio di edema stomale.
Per evitare arrossamenti e irritazione della cute, si possono applicare prodotti a base di glicogel o pectine. Quindi, una volta detersa la cute, si può applicare un po’ di crema base a effetto barriera. La crema va modellata con le dita umide e quindi lasciata asciugare per qualche secondo, prima di far aderire la placca alla cute, con l’accortezza di non formare pieghe o grinze.
In caso di addome villoso, può essere conveniente eseguire la tricotomia per favorire l’aderenza della placca alla cute ed evitare microlesioni durante la rimozione della sacca.
L’irrigazione è una procedura che favorisce l’eliminazione della feci, garantendo una continenza per 36-72 ore e quindi allungando l’intervallo di tempo per il cambio della sacca di raccolta delle feci. L’irrigazione quindi può consentire di cambiare la sacca una volta ogni 2 giorni, invece di una volta o più volte al giorno.
È una procedura che viene eseguita prima di sottoporsi a indagini diagnostiche, interventi chirurgici o qualora sia necessaria una maggiore autonomia del paziente.
Oltre a migliorare il benessere del paziente, la procedura di irrigazione consente di ridurre le alterazioni e microlesioni cutanee, lasciando più tempo alla pelle per “riposare”.
Ecco alcune indicazioni per eseguire l’irrigazione della stomia:
La procedura dell’irrigazione dovrebbe durare circa 40 minuti.
In casi di comparsa di crampi all’addome o di nausea, è meglio interrompere la procedura, attendere che la sintomatologia scompaia senza rimuovere il cono, poi riprendere l’irrigazione con una velocità di flusso di acqua più lenta.
Stomie intestinali: gestione del paziente. Quesiti clinico assistenziali vol. 1, 2017
Living with a stoma. Crohn’s and Colitis UK
EM-134115