L’ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è una grave patologia caratterizzata da un incremento pressorio nell’arteria polmonare che può progressivamente condurre ad uno scompenso cardiaco destro.
La diagnosi prevede l'esecuzione di un accertamento emodinamico
mediante cateterismo cardiaco destro (RHC). Fermo restando l'assoluta
necessità della citata procedura non solo ai fini diagnostici ma anche
per una valutazione nel tempo delle condizioni cliniche del paziente,
l'interesse riguardo l'impiego di possibili biomarcatori utili ai fini
di un monitoraggio seriato nel tempo, appare evidente.
In questo scenario, l’identificazione di un test non invasivo che
permetta di monitorare i pazienti con frequenza è un obiettivo cruciale
nella gestione della PAH. Attuali linee di ricerca si stanno
concentrando sull’individuazione di biomarcatori che siano facilmente
identificabili tramite analisi del sangue.
In una revisione del 2016 pubblicata sulla rivista scientifica Respiratory Research – consultabile in bibliografia – è possibile visionare i principali candidati che in futuro potrebbero rappresentare nuovi biomarcatori per la PAH. Essi sono classificati in base alla loro associazione con specifiche attività o componenti cellulari, che includono la disfunzione delle cellule endoteliali, l’infiammazione, la funzionalità cardiaca, lo stress ossidativo, il metabolismo, la matrice extracellulare, fenomeni epigenetici ed alcuni composti organici volatili. Sebbene negli ultimi anni siano stati identificati numerosi marcatori promettenti sia in ambito clinico che pre-clinico, rimane ad oggi complesso validare il loro effettivo utilizzo e correlarlo ai parametri emodinamici dei pazienti. Sono infatti necessari trial clinici che coinvolgano numerosi partecipanti, prima di poter arrivare a solide conclusioni. Verosimilmente, non sarà il singolo biomarcatore a fornire adeguate informazioni riguardo lo status del paziente, bensì sarà necessario individuare e definire un possibile pannello di diversi biomarcatori.
È chiaro, comunque, che la possibilità di individuare biomarker attraverso sangue, urine o aria espirata che correlino con la gravità e la progressione della patologia rappresenta una linea di ricerca molto importante in termini sanitari generali e di prognosi per i pazienti.
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Anwar A et al. Respir Res. 2016 Jul 20;17(1):88.