La pelle e l’intestino hanno molto in comune, ed entrambi presentano diverse correlazioni con il cervello. Ad esempio è ormai dimostrato come alla base della psoriasi – ma anche di altre patologie infiammatorie croniche come la dermatite atopica, la vitiligine e l’alopecia areata – esista una connessione con le disbiosi cutanee, ovvero con l’alterazione della normale popolazione batterica che vive sulla pelle. Questa, oltre ad avere una funzione protettiva, ha forti relazioni anche con la flora batterica intestinale la quale, come noto, svolge una funzione nell’equilibrio del sistema immunitario.
Non a caso un’alterazione di quest’ultimo è presente in tutte le malattie infiammatorie, come appunto la psoriasi. Studi hanno confermato poi come una reazione infiammatoria a livello della barriera intestinale, come accade ad esempio nelle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) , possa scatenare un’infiammazione “a distanza” che si localizza talvolta proprio sulla cute. Oggi si suppone infatti che la comparsa delle lesioni psoriasiche possa essere riconducibile al trasferimento dei batteri intestinali nel sangue, dal quale poi raggiungono la pelle. Ciò è dimostrato anche dalla patologica permeabilità delle pareti intestinali tipica dei pazienti con psoriasi. Non solo: le patologie infiammatorie a carico della pelle e quelle a carico dell’intestino sono accumunate da analoghi legami con il cervello: così le manifestazioni cutanee della psoriasi e quelle intestinali delle MICI possono essere esacerbate da stati d’animo alterati. Inoltre condizioni psichiche quali ansia e depressione mostrano una componente infiammatoria che può a sua volta interagire con la salute di pelle e intestino.
Insomma, queste interrelazioni sono complesse e a oggi non ancora del tutto chiare. Certamente il mantenimento di una buona flora batterica cutanea è fondamentale per la salute della pelle. Questo insieme di microorganismi può subire alterazioni al pari del microbiota intestinale: quando questo accade, la pelle diventa vulnerabile anche alle infezioni. La flora cutanea è particolarmente sensibile alle condizioni climatiche esterne, ma anche all’ igiene personale e alla composizione chimica del sudore e del sebo. Mantenere pulita e in salute la pelle è quindi fondamentale per i pazienti con psoriasi.
La ragione di un’elevata diffusione delle micosi alle unghie dei piedi dipende dal fatto che i funghi che le causano, i dermatofiti, prediligono ambienti caldi e umidi per diffondersi: non a caso è più a rischio chi suda molto e chi frequenta luoghi umidi in cui si cammina a piedi nudi, come gli spogliatori delle palestre, le piscine e le docce comuni. È poi noto come un calo delle difese immunitarie possa favorire la replicazione dei funghi così come la presenza di diabete, a causa dei danni che questa patologia può causare alle terminazioni nervose e al microcircolo a livello del piede. La sovrapposizione dei sintomi è evidente in queste due patologie che, come visto, non si escludono a vicenda. Ciò significa che a prescindere dalla presenza o meno di una diagnosi di psoriasi deformazioni e alterazioni delle unghie di mani e piedi vanno prese in seria considerazione così da ricorrere a terapie adeguate. Queste infatti sono ovviamente diverse a seconda che la condizione sia di origine infettiva, come nell’onicomicosi, oppure infiammatoria, come nella psoriasi.