La psoriasi è una malattia immunomediata che, come tutte le patologie di questo tipo, può manifestarsi insieme ad altre condizioni correlate. In particolare i pazienti affetti da psoriasi hanno un maggior rischio di sviluppare malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), ovvero la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, una patologia dell'occhio detta uveite, osteoporosi e, soprattutto, diverse patologie metaboliche che possono a loro volta porre il paziente a rischio di obesità, diabete, malattie cardiovascolari e patologie del fegato come la steatosi epatica. La ragione di queste correlazioni va ricercata in un'anomala risposta infiammatoria connessa a un malfunzionamento del sistema immunitario.
Sono molti gli studi epidemiologici che già da tempo hanno rilevato, in particolare, una grande diffusione di disordini metabolici nei pazienti con psoriasi rispetto alla popolazione generale. Generalmente questo tipo di comorbilità si manifesta da uno a due anni dopo l'esordio della psoriasi ed è più frequente nei soggetti con forme gravi di malattia. La sindrome metabolica è la condizione più tipicamente riscontrata negli psoriasici: con questo termine si indica la presenza di alcuni fattori di rischio importanti per lo sviluppo di patologie cardiovascolari e di diabete quali obesità addominale, elevati livelli di trigliceridi, zuccheri a digiuno e colesterolo Ldl (colesterolo "cattivo") accompagnati da bassi livelli di colesterolo Hdl ("buono") e da ipertensione arteriosa.
Lo specifico legame tra sindrome metabolica e psoriasi ha spinto i ricercatori a definire quest'ultima una malattia immunometabolica: vede infatti un'interazione tra fattori immunologici e metabolici che hanno le basi in una medesima predisposizione genetica su cui agiscono fattori ambientali. Ciò riguarda in particolare le donne: uno studio dell’Università di Duisburg Essen (Germania) pubblicato sul Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology, condotto su 4mila soggetti con e senza psoriasi, aveva rilevato infatti come la sindrome metabolica fosse presente in una donna affetta da psoriasi su tre mentre in una su quattro tra quelle sane. Inoltre dallo studio emergeva come le donne con psoriasi e sindrome metabolica siano a maggior rischio di un decorso più grave della patologia cutanea.
Particolare attenzione va posta inoltre all'obesità, che mostra una prevalenza doppia negli psoriasici rispetto alla popolazione generale. Inoltre anch'essa è più diffusa tra i pazienti con psoriasi grave rispetto a quelli con forme meno importanti. Va però detto che a differenza della sindrome metabolica e delle altre comorbilità citate in apertura, nell'obesità non è del tutto chiaro se essa è un fattore di rischio nello sviluppo della psoriasi o ne è una conseguenza. Quel che è certo è che la gestione della psoriasi è più complessa nei pazienti obesi.
I Dermatologi, che generalmente costituiscono il primo punto di riferimento del paziente psoriasico, dovrebbero pertanto identificare quanto prima le comorbilità dei loro pazienti così da prevenire conseguenze più serie. Il tutto, grazie anche a consulti multidisciplinari con altri specialisti. Naturalmente anche il paziente deve fare la sua parte: un'alimentazione sana e una buona attività fisica sono le prime e fondamentali regole del benessere di tutti, e in particolare degli psoriasici. Se è vero che un regime alimentare basato sulla dieta mediterranea, con poche calorie e grassi e una buona quantità di fibre, è l'indicazione migliore, la consulenza nutrizionale può rivelarsi altrettanto importante per tutti gli psoriasici.