La psoriasi è una malattia complessa che richiede un approccio dermatologico specialistico. Oggi le terapia non mancano, tuttavia da parte di molti c’è una richiesta crescente di metodi naturali per controllare le manifestazioni cutanee. Quanto c’è da fidarsi? Prima di tutto occorre fare una distinzione: non è detto che le soluzioni non farmacologiche siano inaffidabili. Tutt’altro: esistono prove scientifiche dell’efficacia di alcune di queste. Per altre, invece, siamo nel dominio delle terapie tradizionali senza riscontri di efficacia. Ma facciamo qualche esempio.
Alcuni rimedi fitoterapici, derivati cioè da parti di piante o da principi attivi estratti dai vegetali, sono impiegati da tempo nella terapia topica della psoriasi e di altre patologie cutanee. Dal momento però che in commercio esistono numerosi prodotti proposti come rimedi naturali contro questa patologia, è sempre utile parlare al dermatologo dell’ intenzione di avvalersi di soluzioni di questo tipo. Va tenuto in considerazione che molti di questi rimedi non mostrano infatti chiare evidenze scientificamente supportate di efficacia. Pertanto solo un medico potrà dare consigli e indirizzare verso terapie topiche estratte dalle piante che siano realmente utili ma anche non dannose per la pelle e l’ organismo. Si ricorda infatti che gli estratti naturali in grado di dare beneficio locale e sintomatico alla pelle vanno suggeriti dal medico, anche per evitare possibili reazioni avverse: non tutto ciò che è naturale è, infatti, necessariamente senza rischi. Al contrario, un impiego corretto dei prodotti giusti può dare benefici a patto che siano impiegati correttamente e consapevolmente.
Accanto alle sostanze naturali, tra le terapie non farmacologiche la cui efficacia è ormai largamente dimostrata, c’è anche la fototerapia, ovvero l’esposizione controllata alla luce solare. L’attività benefica per la pelle dei pazienti con psoriasi è consentita dalle radiazioni ultraviolette: sono in particolare i raggi UVA e gli UVB a ridurre i danni cutanei agendo sul DNA delle cellule. Attenzione, però: l’esposizione va eseguita con attenzione, impiegando le creme solari con fattori di protezione adeguati alla nostra pelle e secondo le indicazioni del dermatologo. Anche le terapie termali e i fanghi sono ottimi metodi per controllare le manifestazioni cutanee della psoriasi. Come molti pazienti sanno, il Mar Morto grazie alla sua salinità e al microclima presente è certamente il luogo migliore al mondo dove praticare fanghi terapeutici, sempre sotto consiglio dermatologico.
Infine non dimentichiamo che anche ciò che mangiamo può influire sulla salute della pelle. Mangiare bene ci fornisce i nutrienti importanti per controllare l’infiammazione sistemica presente in fase attiva di malattia. Utile a chiunque è affetto da patologie infiammatorie e autoimmuni è certamente la vitamina D, che studi hanno ormai chiarito essere presente in concentrazioni esigue in chi è affetto da queste malattie. Questa è prodotta dall’organismo a contatto con le radiazioni solari ma proviene in parte anche dagli alimenti. Qualora non sufficiente, può essere integrata secondo il parere medico. Va segnalato che un’alimentazione equilibrata e a basso contenuto calorico può essa stessa migliorare i sintomi nei pazienti psoriasici in sovrappeso: sappiamo infatti che la psoriasi si correla spesso con sindrome metabolica, ipertensione, ipercolesterolemia e diabete.