Con il termine pouchite si indica una complicanza abbastanza frequente che colpisce quei pazienti affetti da rettocolite ulcerosa sottoposti all'intervento di colectomia totale, ovvero l'asportazione dell'intero colon e retto, e a un successivo intervento per il confezionamento di una pouch ileoanale.
Come noto la rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale (MICI) che colpisce esclusivamente il colon e il retto causando infiammazione, ulcere e danni profondi alla muscosa intestinale. Tutto ciò dà luogo a dolore addominale, diarrea con sangue, perdita di peso, ma anche, nel corso degli anni, a un incrementato rischio di tumori del colon.
L'intervento di colectomia è necessario in alcuni pazienti affetti da rettocolite ulcerosa per varie ragioni. Ad esempio:
● fallimento delle terapie, quando gli approcci farmacologici disponibili non sono in grado di controllare adeguatamente l'attività di malattia;
● danni gravi alla mucosa del colon che non possono essere altrimenti trattati;
● presenza di lesioni cancerose e precancerose che pongono il paziente a serio rischio di sviluppare il cancro del colon.
Dopo l'intervento di colectomia, al termine del quale viene confezionata una stomia per la raccolta del materiale fecale che fuoriesce dall'intestino tenue, il paziente può essere sottoposto a un secondo intervento per la creazione, appunto, della pouch ileoanale. Con questo termine si indica una sorta di tasca, realizzata ripiegando su se stesso l'ultimo tratto di intestino tenue e collegandolo all'ano, che svolge la funzione di serbatoio analogamente al retto. In questo modo il paziente non necessiterà più di una stomia e manterrà una continenza fecale adeguata a una buona qualità di vita personale e professionale.
Si calcola tuttavia che in una fetta di pazienti la pouch possa andare incontro a fenomeni infiammatori definiti appunto pouchite. Questa si presenta con bisogno impellente di defecare e diarrea accompagnata da muco o da sangue. L'incidenza non è irrilevante: i dati parlano di un 15 per cento di rischio entro il primo anno dall'intervento, un 33 per cento a cinque anni fino a toccare il 45 per cento entro dieci anni.
Le cause della pouchite non sono completamente chiare, ma si ritiene probabile un'eccessiva proliferazione batterica dovuta alla stasi del materiale fecale. È noto inoltre che ne sono più soggetti i pazienti che presentavano sintomi extraintestinali (ad esempio articolari) già prima dell'intervento.
La pouchite è abitualmente classificata in funzione di vari fattori:
● durata: è definita acuta quando l'infiammazione dura meno di un mese, cronica quando supera il mese;
● frequenza: può presentarsi come caso isolato ma purtroppo in molti casi è recidivante;
● risposta alle terapie.
Queste consentono oggi di controllare bene la patologia garantendo una buona qualità di vita: quando il trattamento risolve il problema la pouchite è detta responsiva mentre quando richiede terapie continuative è detta dipendente. In alcuni casi invece è refrattaria: in questi casi più gravi può essere necessaria l’asportazione della pouch e quindi il ritorno alla stomia precedentemente rimossa.