Nel 2014, UNAIDS (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS) propose l’ambizioso programma 90-90-90 per circoscrivere l’epidemia da HIV.
Il 90-90-90 pensato da UNAIDS non copriva, tuttavia, tutte le altre sfide dell’HIV, quelle più legate alla vita delle persone come le malattie mentali e fisiche correlate, stress finanziari e stigma legato alla malattia.
Il quarto 90 si focalizza quindi sul far sì che il 90% delle persone con HIV in soppressione virologica (concetto esteso poi a tutte le persone che vivono con l’HIV) riescano ad avere una buona qualità di vita.
È opinione comune che un approccio personalizzato in termini di trattamento potrebbe aiutare a raggiungere efficacemente tutti e 4 i “90”.
Fortunatamente, ad oggi, le persone con HIV hanno una lunga vita davanti a loro! Per questo motivo è sempre più importante evitare di pensare a queste persone come a un gruppo omogeneo, ma piuttosto a un insieme fatto di realtà diverse per comorbilità, tipo di trattamento, età, razza, stato sociale, possibilità di accesso alle cure mediche, sessualità e stile di vita e integrazione nel tessuto sociale (es: stigma).
Le linee guida non forniscono molte informazioni su come migliorare la qualità di vita delle persone che vivono con l’HIV in termini di assunzione di più farmaci, utilizzo della tecnologia per gestire la malattia, salute mentale e sessuale, lotta allo stigma e agli altri problemi sociali correlati all’HIV.
Tuttavia, è importante effettuare un cambio di paradigma che passi da “la salute per tutti” a “la salute per me”.
È un pensiero che si interseca nel concetto del quarto “90” e punta a personalizzare la qualità di vita per coloro che si trovano a gestire quotidianamente la malattia.
La nuova visione dell’HIV deve necessariamente tenere conto dell’individualità e dell’età delle persone che ne sono affette ed enfatizzare il concetto di cambio di paradigma: da un approccio che si focalizza solo sulla malattia a uno che mette al centro il benessere a lungo termine del paziente.
Se da un lato collaborazione fra vari medici specialisti è sicuramente in grado di migliorare la gestione delle persone con HIV, dall’altro è di fondamentale importanza che le persone con HIV siano coinvolte nel proprio processo di cura così da aumentare il senso di coinvolgimento e di supporto e il raggiungimento obiettivi concreti.
In questo senso, il quarto “90” e il concetto de “la salute per me” devono essere considerati il punto di partenza per le persone HIV+ per andare alla conquista della migliore qualità di vita possibile nel lungo termine.
Giovanni Guaraldi et al: "Moving Fourth": A Vision Toward Achieving Healthy Living with HIV Beyond Viral Suppression AIDS Rev 2019;21(3):135-142
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